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05 aprile 2025
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Non è informazione ma propaganda di guerra
di Sergio Scorza

Il Tg3, nell'edizione delle 12, ha dedicato uno dei titoli di apertura e poi un lungo servizio sull'attacco russo sulla città ucraina di Kryvyi Rih. Un attacco condotto con missili balistici che ha causato 18 morti tra i quali 6 bambini. Un attacco orribile e nessuna giustificazione può valere quando si bombardano dei civili innocenti.

Tuttavia, appena ieri, giravano, on line le scene devastanti dell'attacco aereo israeliano alla scuola "Dar Al-Arqam", che ospitava sfollati. L'attacco ha coinvolto diversi missili ad alto potenziale distruttivo, uccidendo oltre 130 persone, per lo più donne e bambini, e ferendone centinaia. Si vede solo fumo, gente terrorizzata che corre e corpi bruciati irriconoscibili.

Una strage orribile che, però, è stata raccontata dai principali mezzi di informazione con poco risalto e sempre dopo il solito incipit "proseguono le operazioni militari dell'esercito israeliano a Gaza...". Lì non ci sono giornalisti, lì non si raccolgono testimonianze. Quegli orrori vengono nascosti o minimizzati.

Insomma, siamo davanti all'applicazione sistematica di uno sconcertante e vergognoso metodo del due pesi, due misure, ovvero, ciò che, con un anglismo, ormai siamo usi a chiamare "doppio standard".

E come se non bastasse, al termine del telegiornale di cui sto scrivendo, la stessa testata ha mandato in onda un servizio sulla strage del 7 ottobre 2023 contenente una narrazione di quei fatti perfettamente in linea con i dettami dell'hasbara, dalla quale, sono sparite tutte le responsabilità israeliane emerse successivamente sull'applicazione della famigerata direttiva Hannibal e che ha ripetuto le trite e ritrite fake news sulle violenze sessuali e sulle torture subite dagli ostaggi israeliani smentite ampiamente dai medesimi (come ha fatto, ad esempio, Noa Argameni, in conferenza stampa) e dagli stessi media mainstream, New York Times compreso.

Quella che divide le vittime in umani(quelli come noi) e subumani(tutti gli altri) non è informazione: è propaganda di guerra.

Ed ora che l'Unione Europea chiama alla guerra ed all'economia di guerra mi ritorna in mente un preciso avvertimento che fece Giulietto Chiesa alcuni anni prima di lasciarci: attenzione, le guerre moderne non iniziano più con le armi e le bombe, iniziano con le bombe mediatiche, con i titoli dei giornali che indicano ossessivamente e compulsivamente il prossimo nemico.

Con la sua demonizzazione e disumanizzazione.

Due facce della stessa medaglia: la propaganda bellica, l'ideologia ed il culto della guerra.

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