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Germania: libertà di espressione in pericolo
di
Paolo Mossetti
Qualunque sia la vostra opinione sul conflitto in Medio Oriente, se avete a cuore la libertà di espressione dovreste preoccuparvi per quanto sta avvenendo in Germania.
La città di Berlino, simbolo delle illusioni globaliste degli anni Novanta, si affida al manuale Trump 2.0 per reprimere il movimento pro-Pal: quattro cittadini in via di espulsione dal Paese senza essere indagati per alcun crimine, ma responsabili di azioni che se compiute da studenti o sindacalisti in Italia (persino in quella meloniana) non scandalizzerebbero quasi nessuno: aver occupato un'aula universitaria, dato del "fascista" a un poliziotto e gridato "From the river to the sea".
Tre su quattro dei deportati sono europei: in pratica, la "ragion di Stato" tedesca a difesa di Israele, citata come giustificazione per l'ordinanza, calpesta decenni di Schengen. Le politiche migratorie vengono così usate per disciplinare i movimenti percepiti come incongrui.
La Germania, per il terribile cortocircuito autoritario in cui si trova, è forse il Paese europeo che più meriterebbe un boicottaggio da parte dei nostri intellettuali, in questo momento.
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