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01 aprile 2025
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Dittatura liberale: eccezionale veramente?
di Stefano Masson

Potete rispolverare il vecchio Carl Schmitt, se avete voglia di qualche lettura paludata ma intelligente.

Però, la cosa mi par chiarissima così: anche solo unendo, come puntini in un gioco enigmistico, i tanti "fatterelli" di cronaca.

Le élites liberali europee stanno reagendo alla crisi di legittimità con l'apertura di una fase di "eccezionalità" nella gestione del potere.

Che sia il ricorso al potere giudiziario per eliminare i concorrenti politici o la forzatura estrema del voto di un parlamento in dismissione perché bocciato dalle urne, come in Germania, questa prospettiva mantiene per ora il blando contorno dello "stato di diritto".

Ma la tendenza è proprio in direzione dell'ECCEZIONALITÀ, senza l'esclusione di alcun mezzo. Cioè, proprio tecnicamente, stiamo viaggiando a rotta di collo verso la DITTATURA.

In Italia, c'è stato persino un tentativo di mobilitazione fascistica della piccola borghesia. Non riuscitissimo, ma non certo per colpa di una mancata profusione di mezzi e stampa e di appoggi in alto loco. Piuttosto, per la refrattarietà ormai decennale del corpo sociale all'engagement (che talvolta prende i contorni di quella disfunzionalità sistemica di massa tanto odiata dagli epistocratici).

Tale è stata infatti la piazza di Serra, Vecchioni, Scurati e Calenda.

Mentre gli "antifascisti del secolo scorso" guardavano fissi ai malumori intestinali del pizzicagnolo e del barista evasore fiscale e ai nipotini di Salò, l'unico tentativo vero di una piazza fascista, "guerriera" e pronta al rinsavimento energico del "nemico interno", del "panciafichista" democraticista, è stato fatto attraverso la (malriuscita, ma potenzialmente micidiale) attivazione dell'altro pezzetto di piccola borghesia, quello delle professioni liberali, dei lavoratori cognitivi, del ceto medio acculturato.

A quando un "antifascismo del XXI secolo", che non dico sappia reagire con prontezza al pericolo, ma riesca almeno a comprendere ciò che gli succede sotto al naso?

Ad ogni modo, per riprendere il bandolo della matassa continentale, il nuovo "stato d'eccezione" ha come termine esplicito la "pace giusta", cioè la sconfitta e lo smembramento della Russia.

Altro modo, un po' liberal-fricchettone, appunto, per dire che la dittatura è SINE DIE.

Quindi, scordatevi un Cincinnato che, dopo sei mesi di potere assoluto, torna al suo campicello oltre il Tevere dopo aver sconfitto le "autocrazie".

I liberali sono qui da quarant'anni e sono qui per restarci. Con ogni mezzo.


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