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Il popolo palestinese e la sua resistenza
di
Rossella Ahmad
Volevo scrivere di collaborazionismo, della vergogna sempiterna che ad ogni latitudine, in ogni era, ha macchiato la storia luminosa dei popoli in lotta per la libertà, ed avevo tutta l'intenzione di fare un excursus preciso e dettagliato della farsa stellare di Oslo e delle imprese di tutti i pagliacci che vi parteciparono - alcuni di essi ignari, va detto. E pagarono con la vita l'essersi fidati di individui che hanno fatto della contraffazione storica il loro marchio di fabbrica - dal 1993 ad oggi, anno del Signore 2025.
Avrei voluto collegare, come va fatto, Oslo alla patetica sceneggiata organizzata nel campo di sterminio di Gaza, due giorni fa. Stessa mano, stessa adesione ormai plateale ai dettami dell'occupante, dagli arresti dei resistenti di Jenin fino alla manifestazione truffa, subdolo tentativo di rimescolare le carte in tavola a tutto vantaggio della propaganda coloniale. Un centinaio di residenti presi per fame ed obbligati a ripetere gli slogan degli occupanti.
Non una parola contro Israele, notate bene. Roba che farebbe ridere i polli - e fa amaramente ridere chiunque conosca anche poco il popolo palestinese - se non si trattasse di una questione estremamente grave, che attiene all'infilare una lama nel corpo martoriato dei propri fratelli, durante un genocidio che ha demolito il senso dell'umano. Durante un genocidio che l'autorità palestinese è restata a guardare in silenzio.
Volevo scriverne.
Poi però ho visto il video di una bambina con la testa fracassata, stesa sul pavimento di un lazzaretto spoglio, pregno di gemiti umani, senza presidi sanitari di rilievo escluso un medico riverso sul piccolo corpo in terra, che tastava la vena sul collo per controllarne le residue funzioni vitali. I suoi occhi grandi, pieni di paura per una morte sentita come imminente. Una paura silenziosa, senza lacrime. Poche bende a fermare l'emorragia copiosa che imbrattava il pavimento di sangue rosso, giovanissimo, innocente.
Non è un video di guerra né un video di morte. È semplicemente la rappresentazione plastica di uno scempio che siamo obbligati a subire, tutti. Come corpi fisici, come esseri dotati di uno spirito, come persone che hanno letto, e studiato, e vissuto, e che quindi sanno - o intuiscono, i meno sagaci - che quel che avviene a Gaza è anche la nostra morte collettiva in quanto esseri umani.
E quindi lascerò alle parole di Filippo Kalomenìdis il compito di spiegare cosa è la Resistenza per un popolo che lotta con orgoglio da settantacinque anni senza arrendersi mai.
Ghazze al-azze, Gaza la dignitosa. Gaza che non striscia.
Questa è gente che dà del tu ai re, che decenni di resistenza implacabile a poteri ugualmente implacabili ha reso affilata come lama, dura come la roccia, capace di comprendere gli uomini con una sola occhiata e che non fa sconti a nessuno quando la sua terra è in pericolo. Che conserva l'orgoglio anche nella tragedia più avvilente.
Siamo di Gaza. Tutti i colonialisti della terra con le loro armi ci sono venuti contro e noi siamo qui. Un punto sulla carta geografica, il centro del mondo.
"NON DIVIDERETE IL POPOLO PALESTINESE DALLA SUA RESISTENZA
NON IMPEDIRETE AL MOVIMENTO DI SOSTENERE POPOLO E RESISTENZA PALESTINESE
La campagna mediatica di menzogne contro il Popolo Palestinese e la sua Resistenza, orchestrata dalla colonia genocidaria occidentale-sionista con la complicità in Italia dei media dominanti al servizio degli shekel della Bank of Israel, di giornali del sionismo di sinistra come il Manifesto - Michele Giorgio è la firma principale di queste mistificazioni - impone a me e al mio piccolo gruppo di compagni di battaglia di scrittura l’onore e il dovere di aprire una piccola rubrica di controinformazione che chiameremo RADIO MUQĀWAMA.
Dal momento che le conclamate infamie sulla disumanità della gloriosa Resistenza Palestinese si sono dimostrate tali, dal momento che le menzogne sugli stupri di coloni e sull’uccisione dei loro bambini nel giorno della Rivoluzione del 7 Ottobre sono state spazzate via per ammissione degli stessi occupanti israeliani (coloro che da un secolo usano lo stupro e il massacro di bambini come arma di guerra contro i palestinesi), ora ci si gioca la carta dei gazawi scagliati contro i guerriglieri che combattono per la salvezza dell’unico popolo libero al mondo. Per la liberazione totale della Palestina.
Persino alcuni giornalisti dichiaratamente nemici del movimento di Resistenza Islamica definiscono la presunta contestazione esigua, minoritaria, occasionale. Ci fanno intendere che sia stata creata artatamente da coloro che vogliono l’annientamento, la deportazione dei palestinesi da Gaza e dai collaborazionisti dell’ANP.
E in Italia viene spacciata per un tumulto da chi vuole la trasformazione del movimento per la Palestina in una confraternita umanitaria pronta alla pacificazione. Ossia allo sterminio silenzioso dei palestinesi. Senza più alcun intralcio.
Per tale ragione, pubblichiamo e chiediamo di dare massima diffusione al primo comunicato emesso dalle comunità di Gaza che abbiamo avuto la fortuna di leggere.
Il Popolo Palestinese e la Resistenza Palestinese coincidono. Sono la stessa cosa. Sono un unico corpo in volo, pronto a riprendersi tutto ciò di cui è stato e viene continuamente defraudato.
Non saranno le perverse manipolazioni di finti sostenitori della Causa, in realtà fieri suprematisti bianchi occidentali, arabofobi, islamofobi e complici della colonia sionista, a rubare ai palestinesi, oltre che la terra, le case, l’acqua e centinaia di migliaia di vite, anche la verità sulla propria Storia.
Possono tentarci in ogni modo, ma non riusciranno mai a derubare il Popolo Palestinese della propria immensurabile dignità.
«SMENTITE LE ULTIME FAKE NEWS SULLE CONTESTAZIONI ALLA RESISTENZA A GAZA TRASMESSE DAI CANALI EGIZIANI AI MEDIA SIONISTI OCCIDENTALI
Il raduno di famiglie e clan nei governatorati meridionali della Striscia di Gaza ha condannato quello che l'egiziano Cairo News Channel, vicino ai servizi segreti egiziani, ha attribuito a un comunicato che ha descritto un "venerdì di rabbia" contro il movimento Hamas nella Striscia di Gaza. Queste informazioni false sono state poi diffuse dalla maggior parte dei media occidentali e italiani.
Il gruppo ha affermato in una nota: "Abbiamo seguito con grande preoccupazione le dichiarazioni attribuite al Southern Governorates Families and Clans Gathering, pubblicate dall'Egyptian Cairo News Channel, in cui si afferma che abbiamo invitato il nostro popolo a ribellarsi alla resistenza, alla luce delle difficili circostanze che il nostro popolo sta vivendo nella Striscia di Gaza e della continuazione e intensificazione della guerra di sterminio".
La dichiarazione aggiunge: "Questo momento e queste circostanze richiedono a noi, a tutti e a tutta la nazione di assumerci le nostre responsabilità nel proteggere il tessuto sociale e proteggere le spalle della resistenza, non di pugnalarla"».
Ora e sempre Resistenza, ora e sempre Muqāwama. Fino alla vittoria."
Filippo Kalomenìdis
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