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Iran: la perenne attesa
di
Farrokh Bavar
È tutto ingarbugliato, è un passaggio che rimescola tutto e non c'è pensiero che regga nel senso delle previsioni, e questo permette agli intriganti dirigenti o no a approfittarne per eliminare i rivali più vicini per crearsi un posto dove sono.
La crisi su Ventotene del 41 ha dimostrato che questi non hanno e non vivono in un contesto, e barano.
Credo il pensiero più pericoloso adesso sia quello escatologica. Maometto era coraggioso, saggio, ma altrettanto concreto, non rimandava sine die sperando nel futuro. Intuiva il momento e agiva, in base a un programma di giustizia su problemi concreti come riba, o quelli sociali e del lavoro mentre dribblava le alleanze.
Ora non è così e Khamenei rimanda la soluzione concreta dei problemi al futuro addossandola a Dio. Uguale per Khomeini, che soffriva ma non sapeva né cosa fare né come fare concretamente, e bevve la cicuta della mafia del potere corrotto, come disse lui stesso.
Questi hanno lasciata la porta aperta al tradimento dei nuovi ricchi, ai rapaci, alla prostituzione di tutti i campi. Mentre la escatologia speranzosa trattiene la gente in nome dell'Islam, lascia fare agli affaristi in economia e in politica estera a fare i zig zag frenando e accelerando all'occorrenza e facendo danni dopo danni.
Non esiste la retta via nè la giustizia. Hanno tradito e abbandonato la Siria, il Libano, lo Yemen e Gaza. Tutto in nome di Allah.
In tutto questo periodo non si è formato un pensiero scientifico, né dialettico né permanente, tutto a pezzettini secondo le occasioni. Probabilmente non poteva nemmeno uscirne fuori da un misticismo alla Ibn Arabi che fù la tomba del pensiero scientifico materialista dei predecessori come Avicenna o Averroè.
Così finirà l'era della rivoluzione islamica dell'Iran accanto alla buffonata ricattatoria e infantile del Sultano turco, l'aborto putrido degli ottomani.
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