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L'inferno li accolga
di
Rossella Ahmad
Mi chiedo in quale inferno vaghino le anime di chi ha calpestato con violenza questa terra, infliggendo morte e distruzioni immotivate. Mi piace pensare che esista una zona grigia in cui sono confinati questi spiriti dannati, incapaci di liberarsi ed evolversi, condannati per sempre a patire le stesse pene che hanno fisicamente inflitto ad altri.
Più verosimilmente, la pena più appropriata per essi è l'oblio a cui sono condannati - persiste solo la maledizione eterna dei loro nomi mortali come imperitura Nemesi per aver violato le leggi immutabili del cosmo, dell'eterna armonia e dell'amore che muove il sole e le altre stelle.
E quindi non ricorderò il nome della donna mostruosa che in questo giorno di tre anni fa restituiva l'anima al demone che la abitò per tutta la sua sciagurata vita al servizio del crimine, neanche per maledirlo. Sic transit gloria mundi, ma i 500.000 bambini iracheni che essa contribuì ad uccidere - ne è valsa la pena, confessò. Ed ora quei piccoli fasci di luce, migliaia di migliaia, testimoniano contro di lei dinanzi agli inalterabili precetti dello spirito - meritano di essere ricordati.
Perché in questo mese iniziava la più vigliacca aggressione contro un paese sovrano nell'era contemporanea.
Quando gli Stati Uniti attaccarono l'Iraq, si assicurarono preventivamente che non avesse armi. Mesi e mesi di compiacenti ispezioni ONU, a cui l'Iraq aveva accondisceso nella speranza di evitare l'aggressione catastrofica che si prospettava, avevano causato il disarmo quasi totale del paese.
Avendo avuto la certezza di confrontarsi con un nemico al tappeto, gli Stati uniti attaccarono l'Iraq con una tempesta di fuoco, che, come sappiamo, distrusse il paese, le sue infrastrutture, i musei in cui era conservato il patrimonio storico dell'intera umanità, le università. La sua popolazione fu decimata in quella che unanimemente viene definita una delle più immotivate barbarie del secolo corrente. Inutile, ingiustificata, irragionevole se utilizziamo le normali categorie del pensiero e della logica per definirla.
Ma, come abbiamo avuto modo di capire in mille altre occasioni - Gaza ne è il compendio - non è la logica né la ragionevolezza a muovere i sinistri attori che hanno sequestrato la nostra storia collettiva.
O meglio: la loro logica non è la nostra, ed obbedisce ad imperativi categorici ben lontani da qualsiasi criterio di etica ed umanità.
Scolpite nella pietra le parole dello scrittore ebreo anti-sionista Israel Shamir, i cui articoli ebbi occasione di tradurre a ridosso dell'intifada del 2000:
"Essi non hanno mai combattuto contro i loro pari. Come viziose nullita', sono abituati a dare calci ai deboli e agli indifesi, ad avversari preferibilmente gia' al tappeto. La loro codardia e mancanza di cavalleria sono esemplificate dall'attacco alla piccola isola di Grenada, ai poverissimi Afghanistan e Sudan o all'indifeso Panama. Non e' una coincidenza che essi siano i migliori amici del leader mondiale nell'assassinio di bambini".
I leoni di ieri e di oggi e le loro grandi bugie.
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