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23 marzo 2025
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Un'emozione da poco
di Rinaldo Battaglia *

Chi conosce la storia della conferenza di Wannsee, dove il 20 gennaio 1942 si decise come mettere in pratica la ‘Endlösungder Judenfrage’ (Soluzione finale della questione ebraica), sa che fra i 13 gerarchi lì presenti – il fior fiore del nazismo – oltre a Reinhard Heydrich, capo dei servizi di sicurezza e al suo braccio destro Adolf Eichmann, vi era un certo Erich Neumann.

Ovviamente nulla a che vedere col grande psicologo e psicoanalista tedesco della scuola di Carl Gustav Jung, peraltro ebreo e proprio in quegli anni già fuggito tra la Svizzera e la Palestina.

A Wannsee quel giorno tra i carnefici vi era un altro Erich Neumann, lì presente quale direttore del piano quadriennale per l’economia e ‘uomo di punta’ di Hermann Göring. E il suo ‘curriculum vitae’ merita di esser analizzato e non solo perché proprio come oggi – il 23 marzo 1951 – trovò la morte per dei problemi di salute.

Aveva passato il Processo di Norimberga, aveva passato i processi minori e ora – a differenza di 6 milioni di ebrei sterminati nella Shoah – si godeva la pensione nella sua villa di Garmisch-Partenkirchen. Pensate: era talmente riuscito a farla franca che già da tre anni si diceva che era deceduto, così più nessuno lo cercava.

Erich Neumann era il classico esempio del ‘nulla’ che incontrando sulla sua strada un giorno il nazismo, dopo una vita pressoché insignificante, divenne ‘il tutto’: ossequiato, riverito, temuto. Tanto da esser accostato più volte proprio a Hermann Göring.

Anche durante la Grande Guerra, fucina dei gerarchi nazisti, non era stato un protagonista, un po’ come il caporale Hitler sebbene lo avesse peraltro superato col grado di tenente.

A guerra finita, e dopo gli studi in legge ed economia, di Erich Neumann si persero le tracce se non per piccoli ruoli esecutivi nel Ministero del Commercio. Ma nel maggio 1933, dopo 4 mesi che Hitler era diventato il Fuhrer eccolo aderire convintamente all’idea nazista e da lì aprirsi tutte le porte della carriera. Un anno dopo era già Obersturmbannführer (Tenente Colonnello) delle S.S., dopo altri 2 anni (e siamo già nel 1936) eccolo nominato ‘direttore del dipartimento dell'Ufficio del plenipotenziario per il Piano dei Quattro Anni’.

Quando Hitler si preparava alla guerra, nel 1938 Hermann Göring lo volle quale sottosegretario e incaricato a seguire la politica della "arianizzazione" dell'economia tedesca, eliminando gli ebrei dal processo produttivo e rubando loro fabbriche e ricchezze in nome del Fuhrer.

Non poteva quindi mancare a Wannsee quale massimo rappresentante del Ministero dell'Economia, del Lavoro, Finanze, dell'Alimentazione, dei Trasporti e degli Armamenti e Munizioni del Reich. E anche con la sua partecipazione alla conferenza e alla sua attiva collaborazione in essa, Reinhard Heydrich e ad Adolf Eichmann riuscirono ad indirizzare tutti gli sforzi del Terzo Reich sulla strada della Shoah, coinvolgendo convintamente tutti i ‘pezzi’ del regime.

A fine della guerra venne arrestato dagli Alleati ma per motivi di salute – più o meno veri, più o meno esagerati - riuscì a salvarsi in fretta. Nel 1948 era già uomo libero, tornando ad essere quel ‘nulla’ o ‘quasi nulla’ che era stato prima dell’incontro col Fuhrer che lo aveva folgorato sulla strada di Berlino – come Saulo verso Damasco duemila anni prima – incontro che lo aveva trasformato per 15 anni in uno dei più criminali della Storia, soprattutto nel giorno di Wannsee. Come se il male fatto – per rubare i termini ad Hannah Arendt - fosse stato solo una banalità, una sciocchezza, una cosa normale, un’emozione da poco.

Altra puntata del film horror ‘chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto’ molto di successo anche in Italia in quel periodo.

23 marzo 2025 - 74 anni dopo dopo - Liberamente tratto dal mio ‘Il tempo che torna indietro – Prima Parte” - Amazon – 2024

* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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