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21 marzo 2025
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Una mamma su un piccolo sudario insanguinato
di Rossella Ahmad

Vedo le immagini di una madre piegata in due dal dolore, straziata su un piccolo sudario insanguinato.

Ciò che resta del piccolo Omar, Ammour come lo chiama lei, vezzeggiando quel nome altisonante che rimanda alla vita. Sposo, angelo, mio amato. Un figlio nato dopo anni di tentativi, con una inseminazione artificiale andata a buon fine.

Accade spesso a Gaza, presso il popolo più prolifico della terra. Segno evidente che le tecniche di induzione della sterilità, già tentate con la componente etiope dello stato canaglia, hanno avuto successo in più di un caso.

Un figlio unico, mai più sostituibile - ammesso sia possibile - per due genitori rimasti orfani, seppellito nella sabbia di Gaza sotto massi più grandi del piccolo corpicino dilaniato. Ed i veli neri delle Addolorate, le "donne di Gerusalemme che si battono il petto per i loro figli", a compendiare l'immagine della Palestina di oggi, sepolta sotto una coltre di omertà ed indifferenza.

In guerra si muore e dunque muoiono anche i bambini, si legge sulle orride pagine sioniste. Un'altra tacca di infamia che si aggiunge alle innumerevoli già registrate in un anno e mezzo di puro abominio. Potrebbe essere una considerazione sensata, senonché non siamo in una guerra, ma nell'ultimo atto della conquista della terra palestinese, sottoposta all'atrocità del ferro e del fuoco per avere ragione delle ultime sacche di Resistenza di un popolo che non vuole morire.

Un accanimento contro l'infanzia che non ha paragoni nella storia. Una terra senza legge, senza diritto, senza pudore, in cui imperversa il male incarnato. Senza più freni.

Che vergogna immane per il genere umano. Il crimine che viene svelato senza reticenze. Minima moralia.

Le immagini mostrano strade lastricate di cadaveri fatti a pezzi, esecuzioni sommarie e scenari apocalittici.

La festa delle madri di Palestina sporche del sangue dei loro figli.

La Palestina, anch'essa madre, che soffre ma non smette di germogliare

“Ha un cuore palpitante,
non smette di battere e resiste
all’insopportabile.
Mantiene i segreti di colline e grembi.
Questa terra che germoglia con spighe e palme
è anche la terra che dà vita a un combattente per la libertà.
Questa terra, sorella mia, è una donna”.

Ho il cuore spezzato.

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