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19 marzo 2025
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Attacchi nel Ramadan, come l'anno scorso
di Rossella Ahmad

Nulla è cambiato. Leggo quello che scrivevo esattamente un anno fa e mi sembra come se lo avessi scritto questa notte. La diciassettesima di Ramadan. Notte di veglia, di preghiera, di ricordo e di educazione alla superiorità della volontà sull'istinto. Ma notte di morte a Gaza, come un anno fa, come sempre.

Il pianto dei bambini, le urla delle madri, le carni squarciate dai missili partiti dall'Occidente dei valori e finiti nelle mani di serial killer votati alla distruzione. All'inganno. Al rimescolamento astuto delle carte. Alla negazione di ogni patto, con gli uomini e con Dio.

Genocidio secondo atto, con le testate nostrane che vigliaccamente sbiancano l'immagine di israele ogniqualvolta - da sempre - faccia saltare una fragile tregua per non giungere mai al dunque. Bari di professione.

Colpito Hamas, scrivono i millantatori. Laddove Hamas è il popolo palestinese nella sua interezza, con i sanitari in pole position: non esiste genocidio se non strategicamente, deliberatamente e sistematicamente predisposto, perseguito ed ottenuto mediante la distruzione del sistema sanitario e l'impossibilità a gestire e curare i feriti.

Questa notte invece Israele ha colpito la safe-zone di Rafah, in cui sono ammassati un milione e mezzo di diseredati, ed ha fatto le consuete centinaia di vittime a colpo. Chi ancora parli di ostaggi dimostra di non aver compreso nulla, e di aver subliminalmente interiorizzato la tossica narrativa sionista costruita per ottenere il massimo appoggio ad un genocidio con pulizia etnica finale, agognati da tempo.

È saltata la tregua perché già sapevamo che sarebbe saltata. Perché è il modus operandi dei colonizzatori. Perché il sionismo non ha mai mantenuto una sola parola data, onorato un solo patto stipulato, rispettato un solo accordo già sancito. E perché non è nei suoi interessi farlo.

Vuole la terra dei palestinesi, possibilmente senza palestinesi, sic et simpliciter. Del resto nulla è segreto: Mileikowsky (vero cognome di Netanyahu, ndr) aveva promesso la riconquista totale di Gaza fin dall'inizio di questa avventura, unendo l'utile al dilettevole. Garantendo cioè la sua sopravvivenza politica e ponendosi come l'uomo del destino, colui che realizzerà l'incubo messianico del grande Israele, un quadrilatero informe di terre arabe arbitrariamente e senza vergogna considerate come proprie.

Dal 19 gennaio a ieri Israele ha violato la tregua oltre mille volte, con 120 vittime accertate e blocco totale di cibo, acqua e corrente elettrica nell'enclave assediata.

Un vento gelido ha spazzato via le nubi grevi come pece. Persistono i pensieri, grevi anch'essi ma stagnanti. Ci accompagneranno come sempre fino all'alba.

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