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16 marzo 2025
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Israeliani non considerano eliminare Hamas una priorità
di Mauro W. Giannini

Circa il 70% degli israeliani ritiene che la priorità assoluta dovrebbe essere garantire il ritorno di tutti i prigionieri israeliani da Gaza, mentre solo il 23,3% considera "eliminare Hamas" l'obiettivo più importante. Lo mostrano i risultati di un sondaggio pubblicato oggi e condotto dal Facto SR Institute per il quotidiano israeliano Israel Hayom.

Allo stesso modo, il 52,7% degli intervistati sostiene il passaggio alla seconda fase di un accordo di cessate il fuoco, che significherebbe il rilascio di tutti i prigionieri, anche se ciò si traducesse nel mantenimento di Hamas al potere e nella fine della guerra.

Il 25,7% invece preferisce estendere la prima fase, consentendo il rilascio dei prigionieri in lotti senza porre ufficialmente fine alla guerra, mentre il 13,6% è favorevole alla ripresa di intensi combattimenti a Gaza.

Il sondaggio ha anche rivelato una significativa divisione tra i sostenitori della coalizione al potere e l'opposizione sul perché Israele non sia passato alla seconda fase dei negoziati con Hamas.

Tra i sostenitori dell'opposizione, una netta maggioranza (61,6%) ritiene che il ritardo sia dovuto alle considerazioni politiche del primo ministro Benjamin Netanyahu e alla paura del crollo del suo governo. Al contrario, solo il 4,6% dei sostenitori della coalizione è d'accordo, attribuendo il ritardo principalmente a ciò che chiamano "violazioni di Hamas" e al desiderio di distruggere il gruppo prima di porre fine alla guerra.

La divisione è evidente anche nelle priorità di guerra: l'86,6% degli elettori dell'opposizione vede il ritorno dei prigionieri come la massima priorità, mentre nella coalizione di governo, una risicata maggioranza (48,8%) sostiene tale visione, mentre il 42,4% è a favore della "distruzione di Hamas".

Intanto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha tenuto un incontro con una delegazione tornata dal Qatar per discutere i negoziati per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ha detto sabato il suo ufficio.

Alla fine dell'incontro che includeva ministri e funzionari della sicurezza, Netanyahu ha ordinato i preparativi per i negoziati in base a una proposta dell'inviato speciale per il Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, che include il rilascio immediato di 11 ostaggi israeliani e dei resti di metà dei prigionieri deceduti, secondo una dichiarazione.

I media israeliani avevano precedentemente riferito che Witkoff ha presentato una nuova proposta durante i colloqui per il cessate il fuoco a Doha. L'emittente statale israeliana KAN ha osservato che Witkoff ha suggerito di estendere il cessate il fuoco per 60 giorni in cambio del rilascio di 10 ostaggi.

Israele ha affermato di aver accettato il piano, ma Hamas ha respinto la proposta, portando a un arresto dell'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza. Hamas insiste sul fatto che, in base all'accordo di cessate il fuoco in tre fasi raggiunto tra le parti, i negoziati devono procedere alla seconda fase, che include un cessate il fuoco permanente e il ritiro delle forze israeliane da Gaza.

Il gruppo di resistenza palestinese ha esortato i mediatori, l'ONU e le parti interessate ad "assumersi le proprie responsabilità politiche e legali" per impedire i crimini che Israele ha commesso a Gaza e impedirgli "di continuare la sua aggressione".

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