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Qui buongiorno caffè mentre in USA libertà è in pericolo
di
Paolo Mossetti
Sarebbe bello tra i vari «buongiorni» e «caffé» delle prime pagine italiane si facesse largo, tra un update sull'Iran e una oziosa polemichetta sul museo Lego LGBT-friendly, una mezza riga a quanto sta succedendo nei campus statunitensi.
Giorni dopo l'arresto di un prominente attivista pro-Pal che non aveva commesso alcun reato, Mahmoud Khalil, gli amministratori della Columbia University hanno riunito studenti e docenti della scuola di giornalismo e hanno emesso un avvertimento.
Gli studenti che vivono negli USA con un visto studentesco o una green card devono evitare di pubblicare studi o opinioni su Gaza, dicono: "Se avete una pagina sui social media, assicuratevi che non sia piena di commenti sul Medio Oriente".
Il preside della scuola, Jelani Cobb, è stato ancora più diretto: "Nessuno può proteggervi," ha detto Cobb. "Sono tempi pericolosi."
Michelle Goldberg del NYT, non proprio un foglio radicale di sinistra, scrive: "Se qualcuno legalmente negli Stati Uniti può essere preso da casa sua per aver svolto attività politica protetta dalla Costituzione, siamo in un paese drasticamente diverso".
"Se lo stato può privare un individuo della sua libertà semplicemente a causa delle sue opinioni politiche, che è quello che sembra sia successo [a Mahmoud Khalil], allora nessuno è al sicuro," scrive Etan Nechin un altro reporter del NYT. "È chiaro che il governo vuole fare di Khalil un simbolo. Ma le accuse sono deboli".
Usare Khalil per dividere l'opposizione su un tema polarizzante, compattare attorno a sé la diaspora ebraica di destra, lobby come l'ADL e i repubblicani anti-MAGA, e insieme tenere buono Netanyahu magari in vista di pressioni diplomatiche: questo il piano di Trump.
I difensori della libertà di espressione sia di sinistra che di destra negli Stati Uniti stanno reagendo: si sono espressi, con diversi gradi di indignazione, alcuni potenti esponenti dei Dem, il FIRE, neoliberal come Noah Smith, il PEN America, la redazione dell'Atlantic.
L'incartapecorito e arteriosclerotico editorialismo centrista italiano, rimasto fermo nei suoi «buongiorni» e ne suoi «caffé» a pensierini che sembrano usciti dal 1995, si farà sentire?
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