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15 marzo 2025
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Palestina: quante madri orfane dei figli...
di Rossella Ahmad

Guardavo ieri un video in cui l'intervistatore, un noto attore italiano, si lamentava del fatto che non esista un termine per indicare lo status di un genitore che abbia perso un figlio, allo stesso modo in cui esiste ad esempio il termine orfano o vedova per indicare chi abbia perso un genitore oppure il proprio coniuge. Si tratta di uno stato innaturale, concludeva l'attore, e dunque la lingua non riesce ad adeguarsi ad una circostanza così anomala.

Errato. In Palestina questo termine esiste. Forse perché lo status di genitore, di madre, che abbia perso un figlio è molto comune. I palestinesi muoiono giovani, falciati dalle armi di un esercito di psicopatici impuniti, e la lingua ha dovuto adeguarsi.

In arabo quindi esiste il termine con cui identificare le madri rimaste senza figli. Le madri vestite di nero, che solcano le strade della Palestina alla ricerca di fosse comuni che restituiscano almeno un pezzo del corpo della loro prole, i virgulti strappati a questa terra ed al loro materno abbraccio.

Le madri che seguono le orme di Maria di Nazereth, la prima Takla della storia palestinese - un termine, Addolorata, che dà tutto il senso di una violenza cieca indirizzata contro il femminile innanzitutto.

Perché colpire il femminile significa infliggere una ferita mortale nel cuore di un popolo. I genocidi non si improvvisano. Sì pianificano lentamente. E partono sempre dal corpo vivo delle donne, delle madri.

Il rapporto delle Nazioni Unite di qualche giorno fa parla chiaro: gli atti genocidari posti in essere a Gaza hanno avuto come primo obiettivo la maternità, con la distruzione sistematica e scientifica di qualsiasi presidio medico e sanitario deputato a proteggere e salvaguardare la continuazione della vita nell'enclave assediata.

Di più: il rapporto sottolinea come la violenza sessuale e di genere siano metodi di guerra che Israele utilizza senza alcun freno né morale né legale per dominare, opprimere e distruggere il popolo palestinese.

I figli delle Addolorate.

Le povere, grandi madri di Palestina.

Ma il sette di ottobre

Yumma, ya yumma.

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