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USA: arresto di immigrato legale pro-Pal scatena critiche
di
Vitoria Sobral
La repressione di Trump nei confronti degli studenti pro-Palestina continua a scatenare forti reazioni negative, in particolare dopo che Mahmoud Khalil, una figura di spicco del movimento di protesta dell'università contro il genocidio israeliano a Gaza, è stato arrestato dagli ufficiali dell'immigrazione nel fine settimana.
Il Dipartimento della sicurezza interna (DHS) ha affermato che l'arresto è stato eseguito "a sostegno degli ordini esecutivi del presidente Trump che proibiscono l'antisemitismo e in coordinamento con il Dipartimento di Stato".
Khalil, laureato alla Columbia, era un residente permanente legale al momento del suo arresto, secondo il sindacato degli studenti lavoratori di quella università.
L'arresto ha suscitato aspre critiche da parte dei sostenitori dei diritti civili e delle organizzazioni internazionali. L'American Civil Liberties Union (ACLU) ha condannato la mossa come "senza precedenti, illegale e antiamericana".
"Le azioni del governo sono ovviamente volte a intimidire e a raffreddare la parola da una parte di un dibattito pubblico", ha affermato Ben Wizner, direttore del progetto Speech, Privacy, and Technology dell'ACLU.
L'account ufficiale X della Casa Bianca ha pubblicato un post in cui diceva "SHALOM, MAHMOUD", prima di citare la dichiarazione di Trump sull'arresto.
Nella sua dichiarazione, Trump ha suggerito che sarebbero state intraprese ulteriori azioni contro altri dimostranti del campus, sostenendo, senza fornire prove, che alcuni erano "agitatori pagati".
"Troveremo, arresteremo e deporteremo questi simpatizzanti terroristi dal nostro Paese, per non farli mai più tornare", ha scritto.
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