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09 marzo 2025
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Minoranza pacifista sempre scacciata dai guerrafondai
di Santina Sconza

Ricordate l'appello dei 200 ebrei italiani pacifisti "No alla pulizia etnica, l'Italia non sia complice ! Trump vuole espellere i palestinesi di Gaza. Intanto in Cisgiordania prosegue la violenza del governo e dei coloni israeliani" firmato da Gad Lerner, Moni Ovadia, Roberto Saviano, Anna Foa e tanti altri?

L'appello è stato contrastato e condannato dalle Comunità ebraiche.

Ed è da Roma che arriva la critica più forte, soprattutto per la coincidenza della pubblicazione con il funerale in Israele dei piccoli Bibas. "Oggi no. Noi piangiamo le nostre figlie e i nostri figli', la risposta di Shalom.it, giornale della Comunità di Roma, mettendo in apertura la locandina con la stessa grafica dell'iniziativa, ma con un messaggio opposto, seguito dall'intervento di Angelica Edna Calò Livnè, scrittrice italo-israeliana che vive in un kibbutz al confine con il Libano.

"Un appello che rievoca i tanti appelli dei primi anni Ottanta, prima dell'attentato alla Sinagoga di Roma del 9ottobre 1982, quando le bombe dei terroristi uccisero il piccolo Stefano Gaj Tachè", ha ricordato Calò. "Con la vostra firma voi incriminate Israele e soprattutto mettete in pericolo voi stessi".

Dello stesso avviso il presidente della Comunità romana Fadlun. "La Cer è con Israele. È orribile che proprio oggi sui giornali siano comparsi appelli e denunce contro la "bonifica etnica" a Gaza, infangando, proprio mentre si celebravano i funerali di Shiri e dei piccoli Bibas, la legittima guerra di Israele contro il Male Assoluto di Hamas".

Così anche l'ex presidente della Cer Riccardo Pacifici a redarguire chi ha portato avanti l'iniziativa con queste parole 'Mi ci pulisco il sedere”. paragonandoli agli ebrei italiani che appoggiarono il fascismo.

Il giornalista Roberto Della Seta che ha firmato l'appello così scrive: "Per Pacifici i fascisti siamo noi che nel nome dei valori dell’ebraismo ci opponiamo all’idea di deportare i palestinesi da Gaza e alle violenze quotidiane in Cisgiordania. Gli “antifascisti” invece, secondo lui, sono quegli ebrei che «Israele ha ragione» perché è la civiltà contro la barbarie. Antifascista è lui che dai tempi di Alemanno sindaco flirta con la destra postfascista".

Quindi per la comunità ebraica chi lotta per la pace e per l'autodeterminazione e per lo stato palestinese è un fascista.

Così chi andrà alla manifestazione del 15 marzo indetta da Michele Serra sarà un eroe per aver salvato l'Europa capitalista, mentre chi si asterrà e si opporrà sarà considerato un putiniano o trumpiano che combatte contro l'Europa e la NATO.

Ma ha ragione il politologo Giuseppe Amata che nella sua pagina Fb scrive: "Prodi con la sua odierna dichiarazione sul riarmo dell’Europa dimostra di essere coerente con quello che è sempre stato: l’uomo dei monopoli e del capitale finanziario in senso lato che ha svenduto l’industria di Stato e affossato un grande marchio, gioiello degli ingegneri meccanici italiani del secolo scorso.

In che cosa la sua dichiarazione è diversa da quella di Tajani? La cosiddetta sinistra lo ha avuto negli ultimi trent’anni come suo rappresentante. Oggi ha una discendete: Elly Schlein. Come è caduta in basso!

Ricordiamo Giorgio Gaber: destra sinistra destra sinistra…basta!!! Dobbiamo essere precisi ormai nel definirci: non importa se socialisti o comunisti; importante è dire che siamo contro il sistema capitalistico e i suoi rappresentanti sia di destra che di sinistra."

Non importa come ci definiscono, l'importante è fermare la guerra in Ucraina, in Israele, in Congo e in tutto il mondo.

Quello che ti fa star male è che per Landini, segretario della Cgil, il problema si risolve portando alla manifestazione la bandiera della pace.

E no caro segretario, quella bandiera è nostra e non può essere insozzata in una manifestazione di guerrafondai.

E noi lotteremo sempre con nel cuore e nella testa le parole del più grande Presidente italiano Sandro Pertini: "Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale.”

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