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UE in condizioni simili alla Germania ante-seconda guerra mondiale
di
David Cappellini
Il Reich dell'Unione Europea pensa di sollevarsi dalla crisi economica investendo nell'esercito e nella produzione di armi. Un po' come fece la Germania di Hitler negli anni 30 dopo la crisi economica sistemica del 1929.
Direi che ci siano degli elementi in comune, come il crollo bancario finanziario (la UE lo ha subito nel triennio 2008- 2011) e le politiche di austerità che hanno gradualmente acuito le crisi economiche nazionali, facendo l'effetto delle sanzioni di guerra post Versailles che avevano annientato l'economia tedesca.
La difficoltà di reperire capitali sul mercato per gli alti indebitamenti di alcuni stati comunitari e dei conseguenti altissimi tassi di interesse, ricorda quelle della Germania, anch'essa oberata dai costi dei risarcimenti post bellici e dall' inflazione. Inflazione che la dissennata politica economica basata sul rialzo dei tassi operata dalla BCE, ha reso endemica sul valore dei salari reali in rapporto ai prezzi dei beni di consumo.
Oggi che l'inflazione diminuisce, i prezzi sono rimasti altissimi mentre i salari rimangono al palo. Successe anche in Germania, unitamente ad una disoccupazione in costante aumento che fu riassorbita solo con lo sviluppo sistematico dell'industria pesante orientata alla produzione di armi. Se Trump inaugurerà una politica di dazi, la UE si troverà nella medesima situazione in cui si trovò Hajmar Schact, l'allora ministro delle finanze del Terzo Reich.
La Germania cercò costantemente il casus belli per scatenare una guerra che garantisse la conquista del labensraum, che la dottrina nazionalsocialista riteneva un diritto del popolo germanico. Prima l'Anschluss, poi i Sudeti, infine la Polonia... e guerra fu.
La Germania si era riarmata e aveva potenziato con ingenti investimenti la sua potenza bellica, aggirando con i Mefo di Schact i divieti e i vincoli finanziari imposti dalle potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale.
Oggi la UE dal punto di vista politico sta assomigliando sempre di più ad uno stato autocratico e da diversi anni sta asservendo l'informazione ai suoi interessi. Tramite una retorica e una propaganda basata sulle menzogne ripetute all'infinito, come piacerebbe a Goebbels, riesce da anni a far passare come "necessarie" le politiche economiche di strozzinaggio imposte dall'alto da parte di un organismo economico (BCE) e da un esecutivo di non eletti (Commissione) agli stessi stati membri e addirittura "inevitabile" una guerra contro la Russia, contraria agli interessi dell'Europa stessa, tramite un'organizzazione terza che con la UE non dovrebbe avere molto a che fare (la Nato).
Questo atteggiamento è indice di un tentativo totalitario anch'esso sostenuto dal difendere dei valori occidentali cosi preponderanti, da apparire un nuovo volkisch, che si estrinseca maggiormente adesso che la guerra con la Russia potrebbe finire, chiamando a raccolta partiti, informazione e classi dirigenti interessate a mobilitare le piazze a favore di un pazzesco piano di riarmo da 800 miliardi da distogliere dal welfare. Addirittura la UE tollera che il segretario di un'organizzazione terza, la Nato, ordini che gli investimenti in armi arrivino al 3,5% del pil di ognuno dei 27 stati membri.
È sempre molto ardito fare parallelismi storici in contesti differenti, ma se Mattarella e Co. cercano qualcosa che ricordi da vicino il Terzo Reich, non importa lo cerchino a Mosca.
 
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