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Trump taglia i fondi all'università dei ribelli pro Pal
di
Marilina Mazzaferro
Le autorità federali statunitensi hanno annunciato venerdì un taglio alle sovvenzioni e ai contratti con la Columbia University di New York, citando le proteste pro-Palestina, che l'amministrazione Trump etichetta come "antisemite".
I dipartimenti di Giustizia, Salute e Servizi Umani, Istruzione e General Services Administration degli Stati Uniti, tutti parte della Joint Task Force per combattere l'antisemitismo dell'amministrazione Trump, hanno annunciato i tagli in una dichiarazione, citando il continuo fallimento della Columbia nel fermare le proteste pro-Palestina.
La dichiarazione aggiunge che i tagli sono il "primo round di azioni" contro l'università della Ivy League, sottolineando che sono previste altre cancellazioni poiché la Columbia impegna più di 5 miliardi di dollari di sovvenzioni federali.
Le agenzie hanno dichiarato che avrebbero emesso ordini di sospensione dei lavori per le sovvenzioni e i contratti, che congeleranno immediatamente l'accesso della Columbia ai finanziamenti senza divulgare dettagli sui programmi specifici che saranno interessati.
La Columbia University è stata il campo di battaglia per minacce e misure mirate agli studenti pro-Palestina che hanno organizzato e partecipato alle proteste contro il genocidio di "Israele" a Gaza, che i sostenitori di "Israele" hanno etichettato come antisemita.
La Commissione per l'istruzione e la forza lavoro della Camera degli Stati Uniti ha chiesto a febbraio che la Columbia University presentasse i registri disciplinari entro la fine di questo mese per gli studenti coinvolti nelle proteste anti-"Israele" tra aprile e gennaio 2024, criticando la gestione della questione da parte dell'istituzione della Ivy League.
Il comitato della Camera ha inviato una lettera di sei pagine alla dirigenza della Columbia University il 13 febbraio, affermando che l'istituzione non era riuscita a mantenere la promessa fatta a studenti, docenti e Congresso di affrontare "l'antisemitismo", affermando che "il continuo fallimento della Columbia nell'affrontare il diffuso antisemitismo nel campus è inaccettabile, soprattutto considerando che l'università riceve miliardi di finanziamenti federali".
Secondo l'Associated Press, il neo-istituito Office of Institutional Equity dell'università ha avviato molteplici indagini per rintracciare gli studenti che hanno espresso la loro opposizione a "Israele".
La Columbia ha inviato notifiche a decine di studenti per attività che spaziano dalla condivisione di post pro-palestinesi sui social media alla partecipazione a proteste che la scuola considera "non autorizzate", mentre la creazione dell'"ufficio disciplinare" ha suscitato preoccupazioni tra studenti, docenti e sostenitori della libertà di parola che hanno affermato che la Columbia ha ceduto alle pressioni di Trump.
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