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07 marzo 2025
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Palestina: si "combatte e muore per vedere nascere un fiore"
di Rossella Ahmad

Perché vedere associata la resistenza ucraina a quella palestinese proprio non si può.

Tra la questione palestinese e quella ucraina intercorre un abisso, a partire dalla genesi. In cosa sono sovrapponibili, di grazia, indi per cui se si sostiene l'una non si possa evitare di sostenere anche l'altra? Nell'appoggio internazionale? Nei mezzi a disposizione? Nel fatto che una è in realtà un esercito regolare e l'altra no? Nel sostegno dei media che formano l'opinione pubblica? Nella presa per fame, per sete, per mancanza di cure? Nel fatto di essere o non essere sottoposti ad un feroce colonialismo d'insediamento e non da oggi ma da ben settant'anni? Per favore, illuminatemi, che io da sola non ci arrivo.

Due paroline sugli Azov ed il cuore nero nazista che informa la resistenza ucraina: mica essere nazionalisti implica ad ogni costo il fatto di essere nazisti? Si può essere l'uno senza essere l'altro, come insegna la Resistenza palestinese. Nazista è chi il nazista fa, sic et simpliciter. E mi chiedo cosa sarebbe mai accaduto se un solo resistente palestinese fosse stato pescato con una croce uncinata addosso. Detto questo sottolineo che il popolo ucraino esula da queste considerazioni. Ad esso la mia umana solidarietà.

Un breve, brevissimo inciso - non ne varrebbe neanche la pena, in realtà - sull' inutile zavorra di questo mondo in putrefazione, coloro per i quali la storia della Palestina, di cui non conoscono una virgola, comincia il sette di ottobre, quella del Medioriente l'11 di settembre e via così, da una data feticcio all'altra, utili idioti di un sistema che sta per crollare anche sulla loro testa.

Immaginarli comodamente distesi sul divano di casa mentre pontificano su come debba comportarsi un popolo che sta provando a recidere le catene coloniali in una lotta solitaria, salutata con orgoglio da tutti gli uomini e le donne liberi del mondo è qualcosa che onestamente mi dà il capogiro.

Impartite le vostre lezioni farlocche agli Ztl con la mangiatoia bassa, i palestinesi non ne hanno bisogno. E, segreto dei segreti, del vostro parere sulla giustezza, sulla liceità, sulla opportunità, sulla correttezza e sulla moralità dei loro scarsi strumenti di lotta, - e qui vi vedo, col ditino coloniale puntato, sempre a redarguire gli oppressi e mai gli oppressori - a loro importa meno di niente.

E mentre voi disquisite amabilmente sui modi e le maniere, in Filastin si "combatte e muore per vedere nascere un fiore".

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