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Questo alla UE non interessa
di
Rosa Rinaldi
Mentre l'Europa dei picerni e calendi scende in piazza il 15 marzo, praticamente a sostegno di una guerra sulla quale lo stesso Zelensky adesso barcolla un po' (probabilmente per aver capito che, dopo essere stato scaricato dagli USA, affidarsi esclusivamente all' Europa non è una grande idea), Israele è disposto a far morire di fame e di sete milioni di persone, compresi i suoi ostaggi.
E questo controllo totale delle risorse dimostra che Gaza non era affatto libera dal 2005, come millantano gli ignorantoni pro-Israele.
È sorprendente come all' Europa questa cosa non interessi affatto, nonostante finga una presa di coscienza morale a favore degli aggrediti.
E che dire della Cisgiordania, portata in scena dal documentario vincitore di Oscar No Other Land, attaccato in Israele e tacciato di essere un'opera diffamatoria e traditrice?
Tutto in linea con questo mondo in cui chi denuncia i crimini è considerato peggiore di chi li commette.
A proposito Orly Noy scrive
“A tutti gli israeliani che hanno annunciato che i palestinesi li hanno "persi" dopo il massacro del 7 ottobre: qual è il senso del vostro silenzio di fronte a ciò che l’esercito sta facendo in Cisgiordania, specialmente nei campi profughi?
I residenti di lì non hanno fatto irruzione in territorio israeliano, non hanno rapito nessuno, non hanno ucciso nessuno, non c'è un regime di Hamas lì.
Cosa spiega quindi la vostra totale indifferenza al destino delle persone più vulnerabili schiacciate dagli attacchi israeliani, dalla terra e dall’aria? Perché siete indifferenti all'orgogliosa pulizia etnica da parte di Israele di decine di migliaia di persone il cui unico peccato è essere palestinesi nati sulla terra che Israele desidera?
Perché non fate nulla contro gli abusi quotidiani dei coloni protetti dall' esercito, nei riguardi delle persone più svantaggiate nei territori sottoposti al controllo israeliano?
Tirare in ballo il massacro di Hamas per giustificare l'indifferenza al destino dei palestinesi e ai crimini commessi contro di loro da Israele è una barzelletta miserabile.
Salvo qualche minuscola eccezione, gli israeliani sono assolutamente indifferenti al brutale calpestamento dei palestinesi in tutta la zona tra fiume e mare.
La prassi consolidata, la routine che gli israeliani hanno internalizzato, è che i palestinesi vengono calpestati fin nel profondo, ma lontano dalla loro coscienza. In silenzio. In silenzio.
E se il silenzio viene rotto, l'indifferenza si trasforma in selvaggio rancore genocidario.
La gloriosa democrazia israeliana e il profondo umanesimo dei suoi cittadini si esprimono nella generosa opportunità che offrono ai palestinesi di scegliere come essere espropriati e uccisi.”
Un discorso che possiamo fare tranquillamente anche verso la nostra Europa.
Soprattutto quella che scenderà in piazza il 15 marzo.
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