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Stati del Golfo su ricostruire Gaza ma eliminando Hamas
di
Tamara Gallera
Gli stati arabi del Golfo stanno condizionando il loro sostegno finanziario alla ricostruzione postbellica di Gaza alla rimozione di Hamas dal potere, approfondendo le divisioni tra le nazioni arabe sulla futura governance del territorio palestinese, ha riferito il Wall Street Journal.
Mentre l’attuale cessate il fuoco si avvicina alla fine, le discussioni si stanno intensificando sulla fase successiva, che comprende la garanzia di una tregua permanente, il rilascio di altri prigionieri israeliani e la ricostruzione di Gaza. Tuttavia, l’occupazione israeliana rifiuta di porre fine alla sua campagna militare finché Hamas mantiene il controllo, e i principali stati del Golfo, in particolare gli Emirati Arabi Uniti, non sono disposti a finanziare la ricostruzione se Hamas mantiene l’autorità.
L’Egitto sta spingendo per un compromesso che indebolirebbe l’autorità di Hamas senza eliminarla completamente. L’Arabia Saudita e il Qatar sostengono una proposta egiziana che richiederebbe il disarmo di Hamas, pur consentendogli di mantenere un ruolo politico nel governo di Gaza insieme ad altre fazioni palestinesi.
Al contrario, gli Emirati Arabi Uniti insistono sulla completa rimozione di Hamas e vogliono invece che sia l’Autorità Palestinese a governare la Striscia sotto blocco.
Il disaccordo si estende alla questione se gli stati arabi debbano inviare forze per contribuire a proteggere Gaza, ma non è ancora stato raggiunto un consenso. I leader arabi si incontreranno martedì al Cairo per discutere un piano unificato, dopo il tentativo fallito di farlo al vertice di Riad il 21 febbraio.
L’occupazione israeliana ha informato i mediatori che rifiuta qualsiasi accordo postbellico che coinvolga Hamas, una posizione sostenuta dagli Stati Uniti. L’Egitto chiede anche che Hamas e le altre fazioni palestinesi consegnino le loro scorte missilistiche per prevenire futuri attacchi contro il regime israeliano.
Secondo i funzionari arabi, gli Emirati Arabi Uniti, che dovrebbero svolgere un ruolo di primo piano nel finanziamento della ricostruzione di Gaza, rimangono fermamente contrari a qualsiasi presenza di Hamas. Sostiene invece che un’Autorità Palestinese ristrutturata assuma il pieno governo dell’enclave.
Nel frattempo, le discussioni sul futuro di Gaza hanno assunto una maggiore urgenza in seguito alla controversa proposta dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump di ricollocare la popolazione di Gaza e riqualificare la Striscia come destinazione internazionale. Gli stati arabi hanno uniformemente rifiutato questo piano, ma rimangono divisi su un’alternativa.
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