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Usaid e media "indipendenti" in Ucraina
di
Giacomo Gabellini
I colpi di roncola che l’amministrazione Trump sta sferrando contro la macchina burocratico-operativa del governo statunitense sotto la supervisione di Elon Musk e dei cosiddetti “assassini con la faccia da bambino” (etichetta affibbiata dal «Times» britannico) piazzati all’interno del neonato Dipartimento per l’Efficienza Governativa sta sollevando un vero e proprio polverone sulle attività occulte condotte in giro per il mondo da agenzie che a livello di mandato dovrebbero occuparsi di tutt’altro.
È indubbiamente il caso dell’Usaid, di cui l’attuale governo ha imposto il congelamento in vista di un suo ridimensionamento o addirittura – giudici statunitensi permettendo – di uno scioglimento tout court.
L’agenzia è stata istituita per fornire assistenza umanitaria in oltre 100 Paesi nel mondo con un budget di oltre 46 miliardi di dollari, ma secondo i documenti pubblici e le fonti citate, ha svolto centinaia di attività a dir poco controverse in numerosi Paesi.
Una delle principali attività svolte dall’Usaid prevedeva il finanziamento, diretto o indiretto, di presunti enti benefici e mezzi di comunicazione spacciati per “indipendenti”.
Il centro studi ucraino Institute of Mass Information (Imi), dal canto suo, ha calcolato che quasi il 60% dei media ucraini potrebbe smettere di funzionare a causa della sospensione dei finanziamenti statunitensi, mentre un altro 30% potrebbe incontrare comunque grosse difficoltà a rimanere in piedi.
 
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