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17 febbraio 2025
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Meloni sospesa fra USA e UE
di Elisa Fontana

E, dunque, Macron indice un summit a Parigi per discutere della pace in Ucraina e della risposta da dare a Vance e al generale Kellog che hanno detto a chiare lettere che l'Europa è una mera espressione geografica, come avrebbe chiosato e aggiornato Metternich se fosse vivo.

Bene, in questa riunione ristretta è stata, ovviamente, invitata anche Giorgia Meloni che pare che fino all'ultimo fosse indecisa se andare o meno e alla fine è andata, ma molto di malavoglia.

Ora, personalmente sono convinta che questa riunione viene fatta quando ormai il dentifricio è uscito dal tubetto e sarà impossibile rimetterlo dentro, stante la totale insignificanza politica dell'Europa, coltivata in anni e anni di burocratismo, ricerca spasmodica di regole spesso ridicole o controproducenti per tutto ciò che poteva essere regolamentato e nessuna visione del mondo futuro, in mano ad una classe politica di un livello spesso imbarazzante anche ai massimi livelli. Ma mi pare anche che l'immobilismo sarebbe pure peggio. Ma non sono di certo questi i motivi del malumore di Meloni.

Meloni innanzitutto tace, tace da giorni su ogni argomento, è totalmente inabissata, ma fa trapelare quel che reputa opportuno dal suo entourage. E nel caso specifico ha fatto trapelare chiaramente che non dobbiamo agitarci e, soprattutto, non dobbiamo prendere di petto Trump, ma offrirgli collaborazione. E così critica questo summit ristretto targato Francia. Avrebbe preferito un consiglio europeo a Bruxelles con tutti i 26 Paesi, per dare una immagine di compattezza e di peso politico a quanto si risponderà a Trump.

Io che sono maligna e malfidata lo immagino già questo Consiglio a 26 dove non ce ne sono due che pensino in modo uguale e immagino davvero che bella risposta compatta e di peso avremmo dato a Trump. Ma, appunto, lo immagino io, mai avrebbe potuto immaginarlo una politica scaltra e di lungo corso come Meloni, vero?

La realtà è che al cuor non si comanda e il cuore politico di Meloni sta con Trump, sta con Vance, sta con tutta la pericolosissima paccottiglia d'oltre oceano. Tanto è vero che ha dichiarato che pur non condividendo i toni di Vance “nei contenuti sì, non lo trovo così scandaloso”. Perchè lo sappiamo bene che la nostra presidenterrima ai toni ci tiene così tanto da aver mandato la sorella gemella a comiziare dai palchi di Vox urlando come una indemoniata. Ma la sostanza non si tocca, perbacco e la lezione di democrazia che ci ha dato Vance incontra la sua incondizionata approvazione.

Da Budapest le fa eco l'amico fraterno Orban “Il summit in Francia non fa altro che ostacolare gli sforzi di pace in Ucraina”. E per chiudere il cerchio il ministro degli esteri russo Lavrov ha dichiarato serafico "Non so cosa i Paesi europei dovrebbero fare nei colloqui sull'Ucraina".

E sarà sempre un caso se ieri mattina c'è stato un massiccio attacco di hacker russi a siti di banche e aziende italiane per rappresaglia nei confronti delle parole di Mattarella a Marsiglia.

Unite pure tutti i puntini e non avremo nessun bisogno che Meloni ci dica chiaramente se sta con Trump o con l'Europa, esattamente come non ha nessun senso chiederle di dichiararsi antifascista. Tutto si tiene.


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