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23 gennaio 2025
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Il circolo di Kreisau
di Rinaldo Battaglia *

Helmuth James Graf von Moltke, sin dalla nascita nel marzo 1907, ebbe dal destino in dote un nome alquanto pesante e molto stimato nella Storia della Germania.

Era infatti pronipote diretto di Helmuth Karl Bernhard Graf von Moltke, grande eroe e generale tedesco, per oltre 30 anni comandante dell'esercito prussiano e artefice delle vittorie sull'Impero austro-ungarico e sulla Francia nel XIX secolo. Non solo, aveva anche un altro importante antenato: Helmuth Johann Ludwig von Moltke, noto anche come ‘von Moltke il giovane’ (per distinguerlo dallo zio Helmuth Karl) che nel 1914 comandò ’solo’ l'esercito del Kaiser allo scoppio della Prima guerra mondiale (morirà nel 1916).

Il giovane Helmuth James era invece solo figlio della Germania sconfitta di Weimar e prese un’altra strada: si dedicò agli studi del diritto internazionale, soggiornando spesso all’estero (Londra in primis) e frequentando le migliori università del momento, da Breslavia a Oxford, da Berlino a Vienna. Maturò una cultura ampia e molte relazioni con svariati giovani, anche di opposte posizioni politiche e religiose. Sapeva parlare e in breve divenne il riferimento soprattutto di molti coetanei, che non vedevano di buon occhio la forte ed inarrestabile crescita dell’ideale nazista nella loro Germania.

Dapprima nel 1928, si iscrisse al movimento ‘Löwenberger Arbeitsgemeinschaften’ (‘Gruppo di lavoro della città di Löwenberger) e nel 1934, pur sapendo i limiti, anche professionali a cui andava incontro, coerentemente rifiutò di aderire al Partito nazista. Poi, dopo che Hitler prese il potere il 30 gennaio 1933, fu un crescendo di opposizione e di riferimento per molti tedeschi che la pensavano analogamente.

Fu così, quasi spontaneamente, che in quegli anni nella tenuta agricola di famiglia a Kreisau, nella Slesia orientale (oggi Polonia), si creò quel gruppo di amici che passerà alla Storia come ‘il Circolo di Kreisau’. Col tempo e con l’incremento esponenziale della violenza nel regime nazista, quel gruppo si manifestò, concretamente, come un vero e proprio fronte di opposizione ad Hitler, pur mantenendo una base ‘non violenta’ e di profonda ispirazione cristiano-sociale. Ne fecero parte – spostandosi poi come base a Berlino - oltre a quel giovane avvocato e giurista dagli antenati importanti, personaggi come Karl Gördeler, un vecchio monarchico e sindaco di Lipsia prima dell’avvento di Hitler e Ludwig Beck, ex-capo di Stato maggiore dell’esercito e anima critica nella Wehrmacht (in particolare durante e dopo la fallimentare campagna di Russia).

Nel frattempo, Helmuth James Graf von Moltke aveva completato studi di giurisprudenza laureandosi - non solo in Germania - anche in Gran Bretagna, tanto da esser nominato “barrister” (avvocato inglese). Lì, peraltro, aveva bene conosciuto altri importanti intellettuali tedeschi che vedevano i diversi destini tra la Germania nazista e la più democratica Inghilterra (come l'avvocato Peter Yorck Graf von Wartenburg, già un luminare del diritto internazionale e anch’egli nipote di famosi generali del Kaiser). Parallelamente, in Germania molti conobbero le sue evidenti capacità professionali e la sua particolare competenza giuridica. Prima dell’invasione della Polonia e in previsione di questo, venne infatti reclutato per il fronte orientale dalla Abwehr al comando dell'ammiraglio Wilhelm Canaris (i servizi segreti) arrivando così a conoscere informazioni che lo convinsero ancora maggiormente della necessità di opporsi al regime del Fuhrer.

Non solo: dopo, con la guerra iniziata, in virtù anche del suo ‘nome’ pesante, von Moltke venne addirittura assunto presso l'Ufficio Affari Esteri/Difesa dell'Alto Comando della Wehrmacht (OKW) a Berlino, proprio quale esperto di diritto di guerra e di diritto internazionale, incarico che accettò ancora al fine di meglio capire e, per quanto possibile, condizionare le scelte dei vertici del nazismo. Aveva un nome, aveva un prestigio per i suoi antenati che non poteva andare inascoltato e tutto ciò gli permise, malgrado le idee non allineate al pensiero unico nazista, “per qualche tempo una certa immunità”.

Le cose cambiarono fortemente nel 1943, quando molte menti tedesche – sia nel campo militare che in quello civile e cattolico – si convinsero sempre più di cosa fosse il nazismo e dove stesse portando quella strada. Scriverà, a tal proposito, in un suo articolo sul Correre della Sera (il 5 gennaio 2014) lo storico e grande esperto di politica estera, Sergio Romano: “il Circolo di Kreisau di von Moltke si proponeva altri scopi: definire il sistema politico e sociale della Germania post-nazista, riflettere sul futuro dell’Europa. Per molti aspetti, in un contesto alquanto diverso, i suoi membri volevano fare per la Germania un esercizio di analisi e riflessione non diverso da quello che un gruppo di intellettuali cattolici fece per l’Italia, nel convento di Camaldoli, durante l’estate del 1943”.

Malgrado il suo ruolo presso il Comando supremo (OKW), von Moltke aveva sempre continuato a rifiutare l’iscrizione al partito nazista (raccogliendo simpatie e prestigio ulteriore tra i nazisti ‘meno convinti’) ed inoltre risultava sempre più ‘quotato’, soprattutto nella setta protestante dei cristiani scientisti di cui faceva parte. Da tempo, inoltre, dal suo ufficio di Berlino e sfruttando le sue ampie relazioni estere (ad Oxford ma anche in Svizzera) si attivava direttamente per far nascondere, e talvolta far fuggire dalla Germania, molteplici dissidenti nazisti.

Tutto questo comportò che, in breve, anche il numero dei componenti del circolo (ora clandestino) di Kreisau si allargasse. Vi entrarono peraltro due importanti padri gesuiti (legati a padre A. Delpt), due ministri protestanti, alcuni proprietari terrieri, vecchi sindacalisti, liberali, conservatori, esponenti della sinistra democratica, alti vertici militari (come il generale Franz Halder). Il ‘circolo’ divenne sempre più un laboratorio di idee diverse, ma con un unico punto in comune: l’avversione al nazismo. Fu così che, quasi inevitabilmente, nell’estate del 1943 ‘il Circolo di Kreisau’ entrò in contatto con Friedrich Olbricht e poi, subito dopo, tramite questi con Claus von Stauffenberg, l’autore dell’attentato del 20 luglio 1944, portando in dote i loro contatti e i loro programmi futuri poi sfociati nell’operazione ‘Valkiria’.

Ma presto, tra i due gruppi, si arrivò ad una separazione di strade. Per von Moltke, Claus von Stauffenberg – riprendo le parole di Sergio Romano – “aveva simpatie socialdemocratiche e avrebbe preso in considerazione persino la possibilità di una intesa con l’Unione Sovietica”. Inoltre – e questo fu il punto decisivo di separazione tra i due – gli uomini di von Stauffenberg “avevano un programma molto concreto: uccidere Hitler e prendere contatto con gli Alleati per convincerli a trattare la Germania, dopo la morte del tiranno, come uno Stato a cui non potevano essere imputati gli orrori del regime nazista”.

Questo spaventava i componenti del ‘Circolo di Kreisau’ e principalmente von Moltke: bisogna trovare un altro modo per far cadere Hitler, perché la morte in un attentato avrebbe provocato immediatamente stragi, eccidi, regolamenti di conti tra nazisti e anti-nazisti, spargendo inevitabilmente molto sangue anche innocente, cosa che bisognava invece evitare. Hitler doveva essere sostituito da un gruppo democratico, non eliminato con la violenza: “l’eliminazione fisica del Führer fu sempre estranea alle finalità del gruppo di Kreisau e alla cultura cristiana del suo fondatore” (da Sergio Romano). Poi sappiamo come andò a finire nella ‘tana del lupo’ in quel 20 luglio 1944 e la fine che Hitler fece fare agli uomini del gen. von Stauffenberg.

Ma ancora prima di allora, la Gestapo aveva già individuato i vertici del ‘Circolo di Kreisau’. Non solo van Moltke, ma anche l'avvocato Peter Yorck Graf von Wartenburg e molti altri intellettuali tedeschi, già ben noti ed affermati in quegli anni, quali per primi: Carlo Mierendorff, Adolf Reichwein, Horst von Einsiedel (1906-1944), Adam von Trottzu Solz e Hans Bernd von Haeften (1905-1944) e Theodor Haubach (1903-1945). Il meglio dell’intellighenzia ‘democratica’ tedesca di allora, vien da dire.

Peraltro, il legame tra van Moltke e Peter Yorck Graf von Wartenburg si rafforzò, agli inizi del 1943, quando l’abitazione a Berlino di van Moltke venne bombardata dagli Alleati e da allora, con la famiglia, si trasferì nell’appartamento di Yorck in Hortensienstrasse, sempre nella capitale. Fu così facile per i due incontrarsi senza destare facili sospetti e preparare idee e documenti programmatici per il futuro assetto della Germania, post Hitler.

Ad oggi ci rimangono tre discussioni sulla futura forma di governo: "Principi per il nuovo ordine", linee guida per la "punizione dei trasgressori" e "Prime istruzioni agli amministratori statali". I “Principi” peraltro promuovevano “una forma di governo nello spirito del cristianesimo, il cui fulcro dovrebbero essere i lavoratori e la Chiesa”.

Ben prima dell’attentato fallito alla ’tana del lupo’, già il 18 gennaio 1944 von Moltke venne così arrestato dalle S.S. su indicazione della Gestapo (che non riuscì invece in quel momento a prendere, forse avvertiti dallo stesso von Moltke, sia Peter Yorck Graf von Wartenburg che un altro importante componente del circolo, l’amico Otto Carl Kiep). Deportato già a febbraio nel lager di Ravensbrück, inizialmente fu trattato con riguardo, in virtù del nome dei due antenati, eroi della Germania del Kaiser. Venne solo inserito nel gruppo dei “funzionari falliti". Ma, dopo il 20 luglio 1944, venne violentemente interrogato dalla Gestapo: non avevano prove sui contatti col gruppo di Valkiria, risalenti ad almeno 6 mesi prima, ma la vendetta del Fuhrer non permetteva sconti o meriti parentali.

E poco valeva che Helmuth James Graf von Moltke, il fondatore del ‘il Circolo di Kreisau’, non avesse attivamente partecipato o realizzato il piano Valkiria. Lo confermerà anche nell’ultima lettera alla moglie Freya, prima dell’esecuzione della condanna a morte, quando ringraziò la Divina Provvidenza per avergli consentito di essere stato estraneo al complotto di von Stauffenberg. «Ci hanno condannati perché abbiamo pensato insieme». Non era d’accordo sul come, ma sul resto vedeva analogamente la riscossa della Germania: solamente senza il nazismo e senza il Fuhrer. Gravissima colpa allora.

Il 23 gennaio 1945, quando oramai Hitler aveva perso anche l’ultima carta da giocare nelle Ardenne, un anno dopo l’arresto e dopo ben 6 mesi dall’attentato del 21 luglio (l’8 agosto era stato invece già impiccato Peter Yorck Graf von Wartenburg ) e di altrettanto periodo di torture e violenze affinchè facesse nomi dei cospiratori del ‘Circolo di Kreisau’ o confessasse colpe non proprie, il grande esperto di diritto di guerra e di diritto internazionale, nipote di grandi eroi prussiani, venne giustiziato anch’egli per impiccagione a Berlino-Plötzensee.

Peraltro, il giudice nazista Roland Freisler lo accusò e lo condannò per ‘alto tradimento’ ma non perché coinvolto nell’attentato di Claus von Stauffenberg – non avendo trovato prove idonee (e Freisler era un mago in questo) – ma ‘soprattutto per la sua condotta cristiana’, non coerente con la fede nazionalsocialista. Altra grave, gravissima colpa, allora.

E con quella morte il 23 gennaio 1945 si estinse anche il ‘Circolo di Kreisau’, ma non nella memoria della nuova Germania post-Hitler, nelle cui fondamenta molto si ripresero le idee e i documenti programmatici di Helmuth James Graf von Moltke. In Germania è tuttora molto considerato, stimato e conosciuto.

Se l’opposizione della ‘Rosa Bianca’ (Weiße Rose) dei fratelli Hans e Sophie Scholl o quella più ribelle dei ‘Pirati della Stella Alpina’(Edelweißpiraten) di Bartholomäus Schink "Barthel" viene oggi considerata come un fiore della sana gioventù tedesca, quella del gruppo della Valkiria di Claus von Stauffenberg e di Friedrich Olbricht viene esaltata al pari di quella – meno violenta e militare ma più pacifica ed intellettuale – espressa dal ‘Circolo di Kreisau’ guidato da quel nipote dei grandi generali prussiani. In Germania se ne parla, viene onorato. Nel 1992 persino, “The Restless Conscience” (La coscienza inquieta), un documentario sulla di Helmuth James Graf von Moltke è stato nominato per l'Oscar.

In Germania succede, e da noi?

Nel suo articolo sul Correre della Sera, del 5 gennaio 2014, Sergio Romano parificava “il Circolo di Kreisau” al convegno nel convento di Camaldoli dove il 17 luglio 1943 (una settimana prima della caduta del Duce guarda caso) si riunirono, clandestinamente, molti intellettuali cattolici per scrivere le idee ricostruttive (da cattolici) dell’Italia democratica e le stesse regole del codice di comportamento per realizzare l’obiettivo. Ma prima ancora vi era stato l’incontro preparatorio a Roma del 19 marzo 1943: Mussolini allora risultava ancora saldamente al potere, il 25 luglio nemmeno all’orizzonte, persino Hitler non aveva programmato il Piano Achse, eppure già una parte dell’Intellighenzia (cattolica, in questo caso) cercava la strada maestra per salvare l’Italia.

Qualcuno da noi, oggi, ne sa qualcosa? Qualcuno ne ha mai sentito parlare? Qualche documentario ingiallito o - che so - un film scaduto? Niente. Forse nemmeno qualche vecchio democristiano o parente di Alcide Gasperi (che lì divenne ufficialmente il riferimento del mondo politico cattolico), di Giuseppe Spataro (il padrone di casa) o magari un fan di mons. Giovanni Battista Montini, il futuro Santo Papa Paolo VI, molto menzionato quel giorno a Roma e poi a Camaldoli. Niente.

Nessuno da noi sa nulla, alzi la mano chi ne ha mai sentito parlare dopo oltre 80 anni? Siamo un paese in mano ai 'figli della lupa' e dei seguaci adoratori di Predappio perché non conosciamo la nostra Storia. E come diceva Josè Saramago, nobel 1998, ‘noi siamo la memoria che abbiamo’. E se non abbiamo memoria che italiani siamo? O, peggio ancora, che ‘uomini’ siamo?

23 gennaio 2025 – 80 anni dopo la sua morte - Liberamente tratto dal mio ‘Il tempo che torna indietro – Prima Parte” - Amazon – 2024

* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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