 |
La forza è il diritto delle bestie
di
Rinaldo Battaglia *
In seguito all’uccisione ad opera di forze partigiane di due appartenenti al 4° Battaglione “Fascisti Friulani” del 5° Reggimento MDT avvenuta a Barbeano il 13 dicembre 1944 e a quella di due soldati appartenenti alla Marina da Guerra Germanica consumatasi a Fagnigola di Azzano Decimo, partì in Friuli, nella notte del 6 gennaio '45, un rastrellamento operato dalla Banda “Vettorini” che coinvolse tutta la zona di Azzano e che portò all’arresto di decine di partigiani, o presunti tali e anche semplici 'civili'.
Non importava, chi passava passava.
Trasportati presso la Caserma “Ettore Muti” di via Montereale a Pordenone, assieme ad altri detenuti arrestati in circostanze diverse, vennero tutti sottoposti a numerosi interrogatori e torture.
Cicerone a suo tempo diceva che: ‘la forza è il diritto delle bestie’. Non si sbagliava.
All’alba del 14 gennaio 1945, per disposizione del Commissario Supremo dell’OZAK e del Tribunale Speciale, nove dei partigiani detenuti presso la caserma vennero condannati alla fucilazione.
Autori dell’esecuzione furono alcuni uomini legati alla “Banda Leschiutta”, che decisero di uccidere i condannati a gruppi di tre in uno stretto corridoio del cortile. I loro corpi, coperti di paglia, vennero recuperati nelle ore successive dai familiari.
A guerra finita, come racconta lo storico Irene Bolzon, per quanto riguarda la “Banda Leschiutta” alcuni dei suoi componenti vennero processati dalla Corte d’Assise Straordinaria di Udine nel 1946. Gli incartamenti del procedimento, conclusosi con una serie di condanne piuttosto lievi, sono oggi reperibili presso l’Archivio di Stato competente.
I presunti componenti della Banda “Vettorini”, che erano sopravvissuti alla guerra, vennero processati dalla Corte d’Assise Straordinaria di Udine nel gennaio del 1947.
Condannati a pene piuttosto lievi o, in un buon numero di casi, assolti per varie ragioni, gli imputati videro in seguito l’annullamento della sentenza per amnistia del 22 giugno ‘46.
Capano Mario, con l’accusa di essere un componente della “Vettorini”, venne processato e condannato a 14 anni di reclusione dalla CAS di Udine nel gennaio del 1946. La Corte d’Assise di Venezia avrebbe però dichiarato il 23 giugno del 1949 di non diversi procedere perché i reati ascritti erano da considerarsi estinti sempre per amnistia.
Della serie televisiva di gran successo: ‘chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato’.
Come aveva ragione Cicerone: ‘la forza è il diritto delle bestie’.
14 gennaio 2025 – 80 anni dopo - Liberamente tratto dal mio ‘Il tempo che torna indietro – Prima Parte” - Amazon – 2024
* Coordinatore Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
 
Dossier
diritti
|
|