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Lavoro nero e clandestinità: destra e sinistra pari sono
di
Ahmad M. Shakakini
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La regola "chi perde il lavoro, perde il permesso di soggiorno" della legge Turco-Napolitano è un favore al lavoro nero.
Circa un milione e mezzo di persone immigrate regolari è diventato irregolare negli ultimi due anni a causa del mancato rinnovo del permesso di soggiorno. Si pensi che nel 2010 i documenti non rinnovati sono stati 684.413 (Dossier Caritas 2011).
Le persone che perdono il permesso di soggiorno non ritornano nei loro paesi d’origine ma restano in Italia a lavorare, a questo punto, sono costretti a lavorare in nero. La responsabilità di tutto ciò è attribuibile alle norme sul rinnovo del permesso di soggiorno e all’interpretazione restrittiva con cui vengono applicate. E così perdere il contratto di lavoro equivale a perdere il permesso di soggiorno.
Tali norme hanno origine nella Legge Napolitano Turco (1998) che davano al disoccupato immigrato 12 mesi di tempo entro cui trovare lavoro e un nuovo contratto pena il non rinnovo del permesso di soggiorno. Tale norma viene modificato a senso ancora più restrittivo dalla Bossi Fini (2002) che riduceva i mesi entro i quali trovare lavoro a 6 mesi.
La convenzione OIL n. 143/75, ratificata dall’Italia, tuttavia, dispone diversamente: «Il lavoratore migrante non potrà essere considerato in posizione illegale o comunque irregolare a seguito della perdita del lavoro, perdita che non deve, di per sé, causare il ritiro del permesso di soggiorno».
Ma ciò non avviene.
Malgrado la crisi, alcuni settori come, ad esempio, l’edilizia, l’agricoltura e alcuni servizi necessitano di mano d’opera immigrata.
Perché allora privare l’economia italiana, che ha bisogno di crescere, della possibilità di impiegare legalmente lavoratori già formati?
A chi giova condannare oltre centinaia di migliaia di persone alla clandestinità e al lavoro nero?
Per quale ragione viene favorita l’evasione fiscale e la concorrenza sleale, a svantaggio dei datori di lavoro rispettosi della legalità?
Per quale motivo togliere a un numero enorme di persone la possibilità di avere un rapporto con le istituzioni e, in particolare, con le forze dell’ordine? Come non capire che, così facendo, le si costringe alla marginalità e le si butta tra le braccia della criminalità?
I partiti di centrosinistra quando sono stati al governo hanno varato pessime leggi sull'immigrazione esattamente come i partiti del centrodestra. I decreti di sicurezza a firma di Minniti e Orlando del centro sinistra sono ugualmente disumani come i decreti sicurezza a firma di Salvini del centro destra. Non sono più sopportabili gli esponenti dei partiti del centrosinistra che ogni volta si parla) d'immigrazione ripetono frasi e slogan solo contro la Bossi-Fini e non anche contro la Turco-Napolitano.
Fanno leggi uguali ai loro colleghi di destra ma in aggiunta sono anche ipocriti e vogliono far passare loro stessi come solidali con gli immigrati. È un'offesa all'intelligenza degli immigrati e degli italiani (che hanno letto e confrontato entrambi le leggi). Chi non le ha lette, lo faccia e scopra che una legge è peggio dell'altra e che vanno cancellate entrambe.
 
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