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Governo: divisi e compatti
di
Elisa Fontana *
Lo sentite il suono festoso delle campane? I flauti e i violini che fendono l'aria con note che pungono i cuori, i cori angelici che cantano armonie celestiali mai udite da orecchie umane? E' il sottofondo musicale che accompagna le gesta gloriose della maggioranza di governo che, unita e compatta, marcia come un sol uomo per affrontare i problemi della nazione e portare in alto il nome della patria.
E così domenica sera Meloni ha invitato Salvini, Tajani e Lupi a casa sua per un apericena (che fa tanto fine, signora mia), bypassando agilmente e inusualmente la sede istituzionale di Palazzo Chigi. Troppe eventuali orecchie indiscrete? Sindrome dell'assedio? Certezza che più che di un apericena si sarebbe trattato di un duello al penultimo sangue?
Sia come sia, il quartetto si è ritrovato a discutere tutti gli argomenti che sarebbero stati trattati il giorno dopo nel consiglio dei ministri, in modo da andare spediti sui singoli argomenti, votarli in grande concordia e dare l'immagine di una coalizione unita e coesa. E così è stato, vi assicuro. Si comincia con la norma democraticissima che vorrebbe imporre ai giudici di astenersi dal parlare di argomenti su cui potrebbero essere chiamati ad esprimersi nell'esercizio delle loro funzioni. Praticamente un bavaglio totale ai giudici che, però, non ha trovato d'accordo tutto il quartetto, per cui l'argomento è stato momentaneamente sospeso in attesa di tempi migliori. Ma con grandissima concordia, sia chiaro.
Si è continuato con un problema posto da Forza Italia che, visto che il posto da ministro di Fitto rimane vuoto lo vorrebbe per sé, in riconoscimento dei successi elettorali e del sorpasso ormai strutturale sulla Lega. Vi lascio immaginare la faccia di Salvini e anche quella di Giorgino che non ci pensa manco per niente a mollare le deleghe di Fitto.
Visto il perfetto accordo fin qui registrato, si è passati alla questione del canone, portato nella attuale finanziaria da approvare dai 70 euro annuali a 90. Salvini ha tracciato la linea del Piave sui 70 euro e non intende ragioni per aumentarlo, o meglio riportarlo, a 90. Forza Italia alza le barricate sulla difesa dei 90 euro che, se portati a 70, costerebbero 430 milioni di euro di compensazione alla Rai per mancati introiti.
Registrata la perfetta mancanza di consonanza fra tutti gli intervenuti anche su questo tema non è rimasto altro da fare che darsi appuntamento il giorno dopo tutti quanti al Consiglio dei ministri. E, infatti, tutti, sottolineo tutti, i ministri di Forza Italia si sono ben guardati dal parteciparvi lasciando il resto del governo a decidere se farsi una partita a briscola o una a scopone. Però sempre in perfetta armonia e compattezza.
A margine dello splendido apericena c'è da registrare le dichiarazioni indispettite sia di Giorgetti che si Salvini sull'offerta di Unicredit per comprare BPM, banca molto vicina alla Lega. Giorgetti se ne è uscito con un “operazione comunicata, ma non concordata” che detta da un bocconiano fa quantomeno ghignare. E Salvini se ne è uscito con una delle sue liste della spesa contro Banca d'Italia. Dov'è Bankitalia? Cosa vigila? I suoi funzionari come si guadagnano i ricchi stipendi che gli passiamo? E via di seguito, facendo finta di non sapere che Bankitalia non ha nessuna competenza su queste operazioni, ma tant'è.
Ma come, gli alfieri del libero mercato, dell'intraprendere senza lacci e lacciuoli si adontano per una operazione “non concordata”? E da quando in qua queste operazioni vanno concordate con i governi? Dove? Nelle dittature, da Putin forse, altrimenti c'è il rischio di volare da una finestra, ma fino a prova contraria da queste parti c'è la massima libertà di intrapresa, da loro peraltro strenuamente difesa.
E, infine, la ciliegina sulla torta del suddetto bocconiano: il ministero ha sempre lo strumento del golden power. Ma come, alla Bocconi non insegnano che il golden power è uno strumento che va usato nella tutela degli interessi strategici italiani e non per far fallire operazioni che non ci piacciono? E quale interesse strategico ci sarebbe mai da tutelare in questo caso? Ma non sono meravigliosi?
L'unica cosa che ci consola veramente è sapere quanto sono coesi e compatti e come marcino come un sol uomo verso un unico obiettivo condiviso: la conservazione di sedie, poltrone e strapuntini, in una caleidoscopica egemonia politica de noantri.
D'altronde erano pronti, no?
* Coordinatrice della Commissione Politica e questione morale dell'Osservatorio
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