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Beppe Grillo: "Da francescani a gesuiti". Una risposta
di
Lina Iaquinto
A colui che si crede elevato non è chiaro che sta facendo la guerra agli iscritti del Movimento 5 Stelle, noti per essere dei rompicascatole, e non a Giuseppe Conte.
A Grillo risulta indigesta l'emancipazione da lui raggiunta dai grillini.
Non aveva messo in conto che non gli sarebbe stato abbuonato il tradimento, quella fiducia a Draghi che impose al M5S.
Non aveva messo in conto che definire il più grillino dei grillini colui che Cossiga, invece, aveva marcato come "un vile affarista", non sarebbe passato inosservato.
Non aveva messo in conto che le sue telefonate con Draghi, che gli chiedeva di cacciare Giuseppe Conte dal M5S, perché gli era d'impiccio, telefonate rivelate dal compianto professor Mimmo De Masi, non sarebbero passate in cavalleria.
Non aveva messo in conto che non sarebbe stato riconosciuto come padre-padrone. Dopo aver predicato l'uno vale uno, ognuno di quegli uno l'ha preso sul serio. Sono diventati consapevoli che sommandosi, quegli uno, potevano diventare una forza. E lo fanno.
E dopo aver preteso 300.000 euro all'anno dal Movimento5Stelle, a dispetto di quegli attivisti che pure per affiggere un manifesto si autotassano, e lo fanno anche per organizzare gli incontri e raggiungere i luoghi delle manifestazioni, oggi tenta di sferzare il voto degli iscritti ironizzando circa l'origine francescana e l'attuale natura gesuita, secondo lui.
All'ex elevato sfugge che Francesco d'Assisi non tradì mai i suoi compagni e non pretese mai di ricevere compensi.
Ergo, la sua ironia diventa la fotografia sbiadita e tragicomica di un ex comico che non aveva previsto che la sua creatura si sarebbe ribellata al suo progetto di eliminarla.
Mai sottovalutare l'uomo e la donna comuni.
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