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26 novembre 2024
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Non siamo Carabinieri
di Elisa Fontana *

Un amico, che ringrazio, ha portato alla mia attenzione quella scena disgustosa e senza alcuna giustificazione avvenuta dentro lo stadio della Vittoria a Bari subito dopo la consegna delle fiamme e il giuramento degli allievi finanzieri del 23° corso.

Dagli spalti, fra il pubblico dei familiari intervenuti, un nutrito manipolo di finanzieri in divisa (non si capisce bene se siano i nuovi allievi o altri finanzieri in servizio) si lasciano andare ad un coro a squarciagola “Noi non siamo Carabinieri”, ritmato forsennatamente da numerosi e ripetuti saluti fascisti. Una scena indecorosa, vergognosa, degna di una suburra, non certamente di una cerimonia di investitura di oltre 700 nuovi finanzieri.

E ancora, che cosa vuol significare quel coro da dementi “noi non siamo Carabinieri”? Rivendicano una intelligenza maggiore per cui non finiranno mai nelle barzellette? Ma non sembrerebbe davvero dalle immagini, dai cori e dal rispetto alla loro stessa divisa.

Non saranno nei secoli fedeli? Cosa volevano dire? Una goliardata? Niente affatto, non sminuiamo la schifezza che è stata consegnata alle telecamere e che offende in primis i finanzieri stessi.

Questa gente ha dei superiori? Cosa hanno fatto? Cosa intendono fare? E il ministro della difesa ne sa niente? Sa che è stato oltraggiato il Corpo stesso a cui appartengono? E i saluti fascisti sono il nuovo modo di salutarsi? Sono tutti visibili e ampiamente identificabili, dunque anche destinatari di ovvie conseguenze. Ove, naturalmente, ci fosse la volontà di chi avrebbe il dovere di intervenire.

No, non siamo affatto di fronte ad una goliardata, come la si vuole far passare. Siamo di fronte ad una scena ributtante che è semplicemente figlia del clima da liberi tutti che si respira nelle istituzioni, risultato di un governo che tollera e incoraggia questi miseri baccanali, stracciandosi le vesti solo alla vista di qualche centro sociale e di qualche studente che protesta.

Ed è semplicemente vergognoso che si possa tollerare come normale una esibizione di questo genere in una cerimonia militare ufficiale. No non è affatto una goliardata e sminuire questi fatti serve solo ad alzare la soglia dell'abitudine e della normalità. Che per un popolo anestetizzato come il nostro è la tempesta perfetta.

* Coordinatrice della Commissione Politica e questione morale dell'Osservatorio


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