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Non erano soldati nordcoreani...
di
Francesco Dall'Aglio *
Ecco perché i nordcoreani non si trovano, sono yemeniti! Ce lo dice il Financial Times (dietro paywall ma ripreso da tutta la stampa ucraina in inglese e da quel meraviglioso foglio che è il New York Post), quindi è vero e ci dobbiamo credere.
La cosa straordinaria dell'articolo, ad ogni modo, è che nel titolo si parla di mercenari ma nel sottotitolo e nel testo si scopre l'inghippo: non sono mercenari, sono poveri cristi che hanno risposto ad annunci di lavoro che promettevano paga alta e parecchi benefit, tra cui la cittadinanza russa, e invece si sono trovati arruolati a forza e spediti al fronte (dove nessuno li ha mai visti, ma abbiamo già chiarito che questo non è un problema).
Ovviamente la Russia lo ha fatto perché ha perso come minimo settecentomila uomini, e almeno 1500 al giorno nel mese di ottobre, quindi è ovvio che ha assoluta necessità di 200 yemeniti (tanti pare che siano) per rimpiazzare le perdite. Poi tutti quanti hanno parlato col Financial Times, non si capisce né come né dove, visto che o sono morti al fronte (ovviamente, viste le tattiche russe delle ondate umane ecc. ecc. ecc.) o sono ancora lì, e hanno raccontato la storia.
Ora, due domande.
In primo luogo non si capisce che tipo di virtù militari potranno mai dimostrare dei tizi qualunque che sono andati in Russia a cercare lavoro e si trovano arruolati a forza, e che senso abbia mandarli al fronte in queste condizioni.
Ma soprattutto: se la Russia volesse reclutare centinaia di yemeniti per farli combattere non avrebbe nessun bisogno di ingannarli, ci verrebbero ben volentieri. Così invece ti ritrovi tutti i danni diplomatici della cosa ("la Russia recluta gli yemeniti! Escalation! Mandiamo più armi/soldi!") e nessun vantaggio, visto che al fronte non ci mandi dei soldati veri. Eh ma si sa, i russi sono scemi.
Yemeniti che pensavano di essere stati scritturati al Bol'šoj come ballerini di seconda fila, e invece si ritrovano al fronte. Capita.
* Componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio
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