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L'undicesima ora
di
Rinaldo Battaglia *
Peggio ancora di tutti gli altri giorni a Terezìn fu il giorno 11 novembre 1943. 25 anni prima, all’undicesima ora dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese, la Germania si arrendeva agli Alleati.
Quel giorno dall’alba alla sera, al freddo di novembre e sotto una pioggia che mai come in quella giornata cadde con forza e costanza – neanche lo sapesse – tutti i deportati del lager, tutti, uomini, donne, bambini, schiavi nelle fabriken o nel ‘giardino’, giornalisti di Vedem o maestre di musica, furono obbligati a restare in piedi, sotto l’acqua, senza mangiare nulla e bere ancora meno, sorvegliati da tutte le Ghettowache e le S.S. di Terezìn.
Come scrisse un affermato storico quale Maria Teresa Milano (pag. 77 – Terezìn – ed. Le Chateau) al mattino erano 40.000 i deportati in piedi. Alla sera, dopo ore di pianti di bambini, sofferenze indescrivibili, i vivi erano 300 in meno. Colpevoli solo della sconfitta dell’esercito del Kaiser, per il quale magari alcuni di loro, o i loro padri o i figli, avevano combattuto e sofferto. Colpevoli solo della sconfitta tedesca avvenuta 25 anni prima.
E 25 anni dopo a Terezìn 'l'uomo' aveva perso di nuovo.
11 novembre 2024 – 81 anni dopo - liberamente tratto dal mio ‘Non ho visto farfalle a Terezìn – ed. AliRibelli – 2021
* Coordinatore della Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio
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