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Vespa e Biagi agli antipodi
di
Rino Ingarozza
Non so se avete visto la puntata di "Accordi e disaccordi" di ieri.
Io l'ho vista e ne ho tratto alcune considerazioni.
Intanto non sono tanto d'accordo per l'ospitata a Bruno Vespa.
Questo personaggio non va mai in nessun talk, in nessun programma, in tutto l'anno, anche se invitato. Si autoinvita, però, puntualmente, una volta l'anno in tutti i talk, in tutti i programmi, più o meno nel mese di Novembre. Guarda caso quando escono i suoi fogli stampati (chiamarli libri mi sembra un tantino esagerato). E quasi sempre (evidentemente ha una fissa) su Mussolini. Adesso ci ha messo dentro anche Hitler. Reminiscenze o altro?
A me pare che si comporti come quel tale che invitato ad un matrimonio, non va a casa dello sposo e della sposa, non va in chiesa, non va nei luoghi dove gli sposi fanno le foto, e, puntualmente, si presenta al ristorante, per il pranzo o la cena.
Per questo motivo, fossi stato in Sommi, Travaglio e Scanzi, non l'avrei invitato o, meglio, non avrei accettato la sua "autoinvito".
La seconda cosa che vorrei dire è che ha dichiarato apertamente cos'è, per lui, il giornalismo. E cioè accondiscendenza al potente di turno, srotolamento di tappeti, e mai, dico mai domande critiche, rivelazioni scomode, satira e quant'altro possa lenire la tranquillità di un politico. E se poi questo politico è anche più volte indagato, non bisogna dirlo.
Se fa cose contro la morale, bisogna tacere.
E lo ha fatto parlando dell'editto bulgaro di Berlusconi. Secondo lui è stato giusto espellere Santoro, Biagi e Luttazzi, perché avevano osato criticare o ospitato personaggi che avevano criticato o fatto della satira su Berlusconi, perché si era a pochi giorni dalla campagna elettorale.
Ora, a parte il fatto che l'editto bulgaro di Berlusconi è del 18 Aprile 2002 (in una dichiarazione fatta a Sofia invitò i vertici Rai a far fuori i tre. Da qui il nome di "Editto bulgaro". Cosa che i vertici Rai, puntualmente fecero), a parte il fatto che le trasmissioni "incriminate" (come ha ricordato Travaglio) non furono nelle immediate vicinanze delle elezioni ma di mesi prima, c'è da dire che le lezioni si tennero nel 2001, cioè circa un anno prima, ed è palese, quindi, che Santoro, Biagi e Luttazzi, sono stati licenziati (2002) non per quello che avevano detto o fatto, ma per quello che avrebbero potuto dire o fare.
A me sembra lapalissiano, a Vespa, a quanto pare, no.
E poi uno come Vespa che osa criticare il comportamento di uno dei più grandi (se non il più grande) giornalista italiano, come Enzo Biagi,
è esilarante oltre che volgare e presuntuoso.
Ha detto anche che presero una consistente liquidazione. Anche qui, se lo avesse detto un altro, forse ci si poteva anche credere (anche perché se l'hanno presa è perché era prevista una penale, nel contratto), ma detto da lui che guadagna circa 2 milioni di euro e che per guadagnare questa cifra ha rinnegato la sua professione di giornalista (altrimenti non poteva guadagnare tanto) definendosi contrattualmente, "intrattenitore", è tutto dire.
Intrattenitore? E quelli che leggono le notizie ai Tiggì, cosa sono, se non intrattenitori?
Bruno Vespa pensa che il giornalismo sia quello che fa lui, non capisce, o non vuole capire, che se siamo agli ultimi posti, come libertà di stampa, è dovuto al fatto che la realtà è raccontata da lui e da quelli come lui, e non da personaggi liberi come Enzo Biagi (se mai ci fosse un clone), Michele Santoro e Marco Travaglio.
Ma lui che ne sa di libertà...
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