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10 novembre 2024
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Salvini attacca il diritto di sciopero
di Elisa Fontana

I sindacati indicono uno sciopero nel trasporto pubblico locale nel mese di settembre, sciopero che si terrà l'8 di novembre. Tutti i sindacati, compresi UGL e Cisal che sono notoriamente sindacati più affini alla maggioranza che non a CGIL, CISL e UIL.

I sindacati, a settembre, decidono di utilizzare ciò che la legge consente loro per una sola volta nell'ambito di una vertenza: fare uno sciopero senza fasce orarie garantite.

Che anche questo è inesatto, nel senso che i servizi minimi vengono garantiti, come i collegamenti con le stazioni e gli aeroporti, i servizi scolastici e quelli a favore dei disabili. Ma è ovvio che una forma di protesta così totale comporterà dei disagi non indifferenti.

Bene, il nostro indefesso ministro dei trasporti, instancabile nel girare sagre, organizzare manifestazioni nei tribunali, mandare telegrammi di felicitazioni, disegnare ponti e ciarlare di prime pietre e di espropri, ha forse mosso un sopracciglio alla proclamazione dello sciopero a settembre?

Ha forse convocato i sindacati per cercare di arrivare ad un qualche risultato nella vertenza? Ha cercato di disinnescare le ragioni dello sciopero?

Ma nemmeno per sogno. Si è coscientemente e volutamente in altre faccende affaccendato per poter arrivare allo giorno dello sciopero, che ha avuto una adesione altissima con conseguenti disagi per l'utenza, per poter gridare oggi da tutti i podi che frequenta (e sono tanti) «Nessuno mette in discussione il diritto allo sciopero, però la Cgil deve garantire il diritto alla salute, al lavoro e alla mobilità di milioni di italiani ... Quindi ribadisco: sarà l’ultima volta in cui permetterò uno sciopero selvaggio senza limiti, senza regole e senza fasce di garanzie».

Dove il bersaglio chiaro è il diritto di sciopero e la CGIL, unica citata fra tutti i titolari dello sciopero.

E' ovvio che Salvini è stato con le mani in mano per due mesi proprio per poter ottenere un risultato di massimo disagio e invocare misure liberticide, come al solito.

Ma, a prescindere dal fatto che una legge che regolamenta gli scioperi c'è già e funziona bene, che la modalità scelta questa volta dai sindacati è del tutto eccezionale e permessa solo una volta nell'ambito di una vertenza, riusciamo a vederlo o no il tentativo di torsione democratica che limiti il diritto di sciopero? E riusciamo a vedere il consapevole e voluto disinteresse alla vertenza nei due mesi fra la proclamazione dello sciopero e lo sciopero stesso?

Una giornata di sciopero duro fa proclamare al nostro imperdibile ministro la necessità di restringere il diritto allo sciopero, il tracollo giornaliero del sistema trasporti, fra ritardi, cancellazioni, deviazioni, guasti che tolgono ogni giorno ai normali cittadini il diritto alla mobilità sono invece del tutto accettabili e non turbano i sonni di nessuno di coloro che dovrebbero intervenire, ministro in primis.

Come al solito dalle parti governative non si perde occasione per ribadire che una volta vinte le elezioni si fa quel che si vuole, anche toccare il diritto allo sciopero. Facciamo attenzione, grande, grandissima attenzione.


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