|
Giustizia: sgarbo istituzionale
di
Elisa Fontana
E dopo la sbornia elettorale statunitense e in attesa di saperne di più sul segretissimo viaggio della nave Libra alla volta dell'Albania, oggi vorrei occuparmi di un fatterello che a prima vista può sembrare secondario, ma non lo è affatto.
Un paio di giorni fa la nostra immaginifica presidente del consiglio ha ricevuto a Palazzo Chigi il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli, non nuovo a visite a Palazzo Chigi. Non ci sarebbe nulla di male nella visita, se non fosse per qualche particolare del tutto trascurabile per questo governo che non tollera lacci istituzionali alla sua azione.
La visita è stata comunicata all'ultimo momento al Quirinale e gli argomenti da trattare, ovviamente, non sono stati concordati. Perché, sì, piccolo particolare trascurabile, Mattarella è il presidente del Consiglio superiore della magistratura e andarsene a zonzo per Palazzo Chigi senza averne prima parlato e concordato con lui è un grave sgarbo istituzionale da parte del vicepresidente e di Meloni che lo ha invitato. Uno scavalcamento inaccettabile nella forma e nella sostanza.
Dal Quirinale si è espresso stupore ed è stata fatta trapelare grande irritazione, che nel felpato linguaggio quirinalizio equivale ad aver sbattuto i pugni sul tavolo mentre si esternava con malagrazia profondissima arrabbiatura.
Anche perché il sospetto che serpeggia pure fra i magistrati è che questo incontro sia servito ad avere informazioni dall'interno sull'orientamento del CSM sui decreti migranti e sulla riforma della giustizia.
Come al solito siete malpensanti, ma ci ha pensato un comunicato del governo a ristabilire la verità: «La visita si inserisce nell’ambito di una proficua e virtuosa collaborazione, nel rispetto dell’autonomia delle differenti Istituzioni». Tanto proficua e virtuosa da aver avvertito il Presidente della repubblica cinque minuti prima e non aver concordato nessun argomento di discussione con lui.
E, dunque, di cosa hanno parlato Meloni e Pinelli? Non è curiosità da gossipm come appare evidente, ma legittima preoccupazione su eventuali indebite pressioni sul CSM.
Quattordici giudici togati hanno chiesto a Pinelli di riferire i contenuti dell'incontro al CSM e il diretto interessato ha risposto che è disponibile a dare spiegazioni ad personam, perchè il suo ufficio è sempre aperto a tutti. Ma è la sua agenda degli incontri ad essere evidentemente sbarrata ad occhi indiscreti e il rifiuto di un incontro con il CSM, ma solo ad personam, non depone certo bene in tema di trasparenza e necessaria condivisione.
Nel frattempo, registriamo lo stupore di Meloni per l'irritazione fatta trapelare con forza dal Colle. Già me la immagino con gli occhi sbarrati e l'espressione di quella che dice “Ma chi, io, ma davero, davero?”
Dossier
diritti
|
|