|
Elezioni liguri: una rozza analisi
di
Elisa Fontana
Posso fare una analisi politica rozzissima e di pochissime righe?
La vittoria della destra in Liguria ha una solo nome e una sola origine: Giorgia Meloni. Fino alle elezioni europee del giugno scorso la coalizione di destra ligure era dispersa e confusa. Non avevano un candidato, si rimpallavano un nome e poi un altro e un altro ancora senza concludere niente.
In quelle condizioni Orlando avrebbe vinto fumandosi contemporaneamente una sigaretta e con un birillo in bilico sul naso.
E siccome Meloni tutto è fuorché scema, ha capito che la partita era persa perché nessuno dei nomi che si andavano facendo era gradito ad un sistema decennale ormai collaudato e fatto di commistione fra affari e politica che grandi soddisfazioni aveva dato e dava ai partecipanti, se non fossero intervenuti i soliti rompiscatole dei magistrati.
Bucci è stato lungamente pregato da Meloni per convincerlo a presentarsi, Toti si è speso per Bucci, Spinelli ha detto ai quattro venti che lo avrebbe votato, in una corsa a sedare paure e scossoni. E l'elezione è avvenuta.
Certo, i cinque stelle, certo Renzi, certo tutto quel che volete, ma quel che ha fatto la differenza sono gli affari e i comitati che nascono e si moltiplicano all'ombra del porto, dei container, della diga foranea, del tunnel sottomarino.
E, infine, una notazione a margine dedicata a tutti coloro che “Ah, se ci fosse stato Renzi avremmo vinto”. A costoro notifico che a tutt'oggi Renzi siede con una sua assessora nella giunta comunale di Bucci a Genova. Di cosa parlano esattamente?
Dossier
diritti
|
|