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                    Commemorare il massacro 
                     di 
   Corrado Poli
 
                   
                    
Ieri abbiamo ricordato le vittime dell’attacco del 7 ottobre con tutta la retorica normale in questi casi, in piccola parte sincera e doverosa e in larga parte ipocrita e strumentale. 
Da oggi in poi ogni giorno ricorderemo 365 giorni di assassinii di donne e bambini e un vero genocidio in corso. 
Tutto il mondo, fuorché gli oligarchi occidentali e l’opinione pubblica manipolata, giustificano ‘a posteriori’ l’attacco del 7 ottobre sollevando dubbi che sia stato provocato: difficile pensare che dalla prigione di Gaza potessero uscire migliaia di combattenti per la libertà in deltaplano e motocicletta senza che l’esercito di Israele si accorgesse, soprattutto in occasione di un evento collocato improvvidamente (o volutamente) ai confini. 
Un esercito che intercetta razzi e fa scoppiare telefoni non è in grado di fermare una sortita da una zona altamente sorvegliata? 
Tutto è possibile a questo mondo, ma non a tutto quello che ci dicono siamo tenuti a credere. Così come non siamo tenuti a credere alle efferatezze che i combattenti di Hamas avrebbero compiuto né a quelle degli israeliani compiute sui prigionieri e sui cadaveri dei palestinesi assassinati. 
La condanna della violenza dei combattenti palestinesi non è in discussione, ma non è paragonabile a quella compiuta da Israele nel corso di quest’anno e dei decenni precedenti, a Gaza, nel Libano, a Sabra e Chatila, nel West Bank e a Gerusalemme occupati e persino con operazioni di assassini che hanno violato la sovranità territoriale di altri Paesi.
Solo i Paesi occidentali considerano Hamas e Hezbollah gruppi terroristi: tutto il resto del mondo li considera potenziali interlocutori e rappresentanti di un popolo che lotta per la libertà.
 Alla celebrazione alla Sinagoga di Roma di ieri s’è abusato di parole quali antisemitismo e pogrom in modo esagerato, e sbagliato: sono regolarmente usati termini del passato per rappresentare una situazione storicamente completamente diversa e reiterare un vittimismo strumentale e oggi davvero fuori luogo.
 
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