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25 settembre 2024
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Federico fu ucciso dallo Stato
di Armando Reggio

Era l’alba di una domenica, il 25 settembre di 19 anni fa: Federico cadde esanime a 18 anni, torturato da quattro agenti.

Aveva appena lasciato i suoi amici da una nottata in compagnia, una qualunque del sabato sera, com’è fra ragazzi. I suoi amici lo avrebbero volentieri accompagnato a casa, ma lui preferì fare quattro passi all'aria pulita delle prime luci...così, fu fermato da tre agenti per un controllo di polizia.

Il suo amico del cuore non si è mai perdonato di non aver insistito.

Cinquantaquattro lesioni, due manganelli rotti e un cuore schiacciato: il solo pensiero del suo dolore inascoltato, della disperazione per la solitudine dal papà e dalla mamma, dei suoi ultimi istanti di lotta inerme contro la morte…beh, fa rabbrividire e affossa in una irrimediabile pena dell’animo.

Due anni fa gli ultrà di tifoserie provenienti da tutt’Italia, deposto il consueto antagonismo, si sono ritrovati nella Ferrara di Federico, sullo sfondo della musica, che sola unisce nelle emozioni. In memoria di Federico, tifoso della Spal...

Federico fu ucciso dall’abuso di Stato, troppo a lungo e ancora concesso agli agenti. Diritto d'abuso ancor piú accordato dal fascisti al potere con il recentissimo ddl 'sicurezza'.

La legge contro la tortura finalmente c’è, ma è ancora inadeguata. Eppure loro, i fascisti, minacciano di abolirla.

Numerosi e concertati sono stati i depistaggi, tanto che l’iter processuale è terminato sette anni dopo l’assassinio di Federico, dodici anni fa, il 21 giugno 2012, con la condanna in via definitiva degli agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri. Condanna a soli tre anni e sei mesi, che sarà pur legittima sul piano giudiziario, ma oltraggia la memoria di un ragazzo morto a soli 18 anni, per le violenze mosse dall’abuso di potere di indegni servitori dello Stato.

La motivazione? “Eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi”!

I genitori Lino e Patrizia lottano ancora, e dignitosissimi - come Paola e Claudio Regeni contro l'impunità dei quattro torturatori e assassini del loro Giulio -, contro questa ingiustizia.

Papà Lino e mamma Patrizia scrivono pubblicamente alquanto spesso al loro Federico: è bello!

Chissà i loro pensieri e la pena, che non esprimono. Non possono: è giustissimo così, se si è subita la perdita maggiore, il lutto innaturale della perdita di un figlio, il figlio unico, per mano peraltro di uomini deputati alla sicurezza dei cittadini.

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