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Rocco Chinnici, ucciso da Cosa nostra il 29 luglio 1983 di
Santina Sconza *
Negli anni settanta -ottanta la mafia palermitana si diverte ad uccidere poliziotti e magistrati, Rocco Chinnici intuisce che se un magistrato indaga da solo, il suo isolamento lo rende vulnerabile e uccidendo chi indaga da solo si seppellisce con lui anche il risultato delle sue indagini.
Dopo l'uccisione del procuratore Gaetano Costa 6 agosto 1980, Rocco Chinnici decise di istituire il pool antimafia ed entrarono a far parte della sua squadra alcuni giovani magistrati fra i quali Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
In un'intervista dice «Un mio orgoglio particolare è una dichiarazione degli americani secondo cui l'Ufficio Istruzione di Palermo è un centro pilota della lotta antimafia, un esempio per le altre magistrature d'Italia. I magistrati dell'Ufficio Istruzione sono un gruppo compatto, attivo e battagliero."
Rocco Chinnici è un magistrato che sa parlare ai giovani, sa che la droga è entrata tra gli studenti, nei movimenti politici, tra i giovani sia della borghesia che del proletariato, molti ragazzi e ragazze sono vittime dell'eroina.
Rocco Chinnici entra nelle università, discute con i giovani, spiega a loro che cos'è la mafia, come si arricchisce e che devono lottare contro la droga e la mafia.
Spiega sul giornale I Siciliani di Pippo Fava che" sono i giovani che dovranno prendere domani in pugno le sorti della società, ed è quindi giusto che abbiano le idee chiare. Quando io parlo ai giovani della necessità di lottare la droga, praticamente indico uno dei mezzi più potenti per combattere la mafia. In questo tempo storico infatti il mercato della droga costituisce senza dubbio lo strumento di potere e guadagno più importante. Nella sola Palermo c'è un fatturato di droga di almeno quattrocento milioni al giorno, a Roma e Milano addirittura di tre o quattro miliardi. Siamo in presenza di una immane ricchezza criminale che è rivolta soprattutto contro i giovani, contro la vita, la coscienza, la salute dei giovani. Il rifiuto della droga costituisce l'arma più potente dei giovani contro la mafia."
E spiega ancora che "la Mafia è stata sempre reazione, conservazione, difesa e quindi accumulazione della ricchezza. Prima era il feudo da difendere, ora sono i grandi appalti pubblici, i mercati più opulenti, i contrabbandi che percorrono il mondo e amministrano migliaia di miliardi. La mafia è dunque tragica, forsennata, crudele vocazione alla ricchezza.
La mafia stessa è un modo di fare politica mediante la violenza, è fatale quindi che cerchi una complicità, un riscontro, una alleanza con la politica pura, cioè praticamente con il potere. Se lei mi vuole chiedere come questo rapporto di complicità si concreti, con quali uomini del potere, con quali forme di alleanza criminale, non posso certo scendere nel dettaglio. Sarebbe come riferire della intenzione o della direzione di indagini."
In una delle sue ultime interviste, Chinnici disse: «La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un Magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare.»
Ma le sue speranze che gli uomini della scorta si salvassero furono vane, fu ucciso alle 8 del mattino del 29 luglio 1983 con una Fiat 126 verde, imbottita con 75 kg di esplosivo parcheggiata davanti alla sua abitazione, all'età di cinquantotto anni, accanto al suo corpo giacevano il maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui Chinnici viveva, Stefano Li Sacchi.
Rocco Chinnici fu uno dei primi magistrati a parlare con gli studenti, oggi associazioni antimafia sono presenti nelle scuole e nelle università, ma la mafia è sempre più potente, ha indossato il colletto bianco ed è entrato a far parte delle istituzioni senza mediazione di politici è lei che sceglie, che decide e amministra.
* Coordinatrice Commissione Mafia e Antimafia dell'Osservatorio
 
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