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10 luglio 2024
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Premio Nobel Munro rimase con il compagno che abusava della figlia
di Rosa Rinaldi

La figlia minore della scrittrice premio Nobel Alice Munro ha raccontato al Toronto Star di essere stata vittima di abusi sessuali e molestie da parte del patrigno dall’età di 9 anni, e che la madre scelse di rimanere con lui anche dopo esserne venuta a conoscenza.

"Lo amavo troppo", dichiarò Munro, e "tutto prosegui come se nulla fosse accaduto", ha detto sua figlia.

La cosa ha lasciato sgomenti molte suoi lettori e lettrici, arrivando a chiedere perfino la revoca del Premio Nobel.

Eppure la questione non dovrebbe stupire, perché le famiglie spesso questo sono: delle scatole chiuse e impermeabili all'esterno, nelle quali le relazioni possono diventare tossiche, per eccesso o difetto di cura, se non vere e proprie forme di abuso e ricatto. E questo accade anche in quelle famiglie che per cultura dovrebbero fungere da antigene ai mali sociali. Ma così non è.

E bisogna anche dire che non sempre chi fa del male è inconsapevole delle sue azioni.

Spesso si è più che consapevoli di agire in modo contorto o lesivo, ma si continua a farlo pur di evitare l'auto-frammentazione o la disintegrazione del proprio Io.

Si preferisce far finta di nulla pur di non collassare, pur di "uscirne vivi".

"Di certe cose diciamo che non si possono perdonare, o che non ce le perdoneremo mai. E invece poi lo facciamo, lo facciamo di continuo» (Alice Munro).


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