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07 luglio 2024
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Suicida altro agente penitenziario: sindacato critica il governo
di Viola Fiore

"Al Ministro Nordio e al Governo Meloni chiediamo una vera presa di coscienza, di tutte queste morti portano il peso della responsabilità politica e morale", lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, commentando il sesto suicidio di un agente penitenziario dall'inizio dell'anno (il precedente a Favignana solo domenica scorsa), mentre i suicidi del detenuto nello stesso periodo sono stati 52.

L'agente che si è tolto la vita, figlio a sua volta di un poliziotto penitenziario ora in pensione era alla Centrale Operativa Nazionale di Roma dove era stato trasferito di recente dopo aver prestato servizio presso la Casa Circondariale di Locri.

"Aveva 36 anni, originario di Cittanova (RC), da un paio di mesi impiegato presso la Centrale Operativa Nazionale di Roma, stamattina doveva assumere servizio, ma nella notte si è tolto la vita sparandosi, sembrerebbe, con l’arma d’ordinanza." ha raccontato De Fazio.

"Sappiamo bene che a provocare un gesto estremo come il suicidio concorrono una serie di fattori, ma ciò che sta accadendo, con un’incidenza di cui non si ha memoria nella storia dell’amministrazione penitenziaria, non può non derivare direttamente anche da ragioni connesse al lavoro prestato. Per questo per noi si tratta di morti in servizio e per servizio", argomenta il Segretario della UILPA PP.

De Fazio definisce i suicidi legati al carcere "Una carneficina, una strage senza precedenti e che non può non avere, seppur fra concause diverse, un’origine comune. Uno stillicidio di vite spezzate che vede il Governo inerte, capace evidentemente di varare solo decretini, forse strumentali a strategie politiche, ma non certo utili a sollevare le sorti di un sistema carcerario sempre più alla deriva, né a fermare la spirale di morte che non ha precedenti".

Anche perché il problema non si verifica solo fra gli agenti penitenziari, come denuncia da tempo il dottor Francesco Paolo Esposito, criminologo forense e componente del Comitato Tecnico-Giuridico dell'Osservatorio. Affligge anche altri corpi delle Forze dell'Ordine. Già in passato, in merito ai suicidi dei agenti, Esposito aveva parlato di "fenomeno inquietante di cui si parla poco... Succede ogni cinque giorni, più delle morti che subiscono in servizio."

Evitando comunque generalizzazioni, l'esperto aveva sottolineato che in molte caserme vi sono "... amore per le armi, poca cultura, nostalgie di Mussolini, stress lavoro correlato, gerarchia mobbizzante, la copertura del collega che viene sempre prima dello Stato (noi) questo è il tumore che pervade molte Forze dell'Ordine. Un tumore che è anche causa degli innumerevoli suicidi e depressioni di questi ultimi tempi nelle FF.OO."


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