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07 luglio 2024
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Sull'esito del voto francese
di Elisa Fontana *

Alcune considerazioni sparse sull'onda delle elezioni francesi che ci hanno fatto tirare un sospiro di sollievo nell'aver fatto argine ai fascisti d'Oltralpe.

Il Front Populaire ha chiamato a raccolta tutte le forze che si riconoscono nel patto repubblicano, che ricordano benissimo la vergogna del governo di Vichy, l'occupazione nazista e la lotta per liberarsene. I francesi hanno risposto compatti alla chiamata, andando in massa alle urne e fermando senza alcuna esitazione quello che sembrava di fatto un governo già confezionato.

Adesso, però, arrivano i problemi e lo dico ad urne appena chiuse, quando non si conoscono esattamente i numeri dei seggi spettanti a ciascuno. Ma alcune cose sono già chiare. Macron e Melenchon sono geneticamente incompatibili, quest'ultimo ha già chiesto di essere incaricato di formare il governo e ha chiesto a Macron di ammettere la sua sconfitta. Che come inizio non è male, direi. La situazione è molto confusa e vedremo nel tempo come e se potrà essere sbrogliata.

Ma alcune cose sono chiarissime fin da ora e pretendono una risposta chiara e non più eludibile, perché altrimenti nulla vieta fra tre anni vedere madame Le Pen salire all'Eliseo come presidente della Repubblica.

Ma Le Pen non è sbucata dal nulla come i funghi nel bosco. Le Pen è la figlia di una politica macroniana disastrosa, figlia di un liberismo sfrenato che ha saputo generare solo un malessere sociale profondissimo e un debito pubblico preoccupante.

La disoccupazione, la precarietà, i rigurgiti razzisti, hanno avuto come risposta le splendide ricette liberiste che tutti conosciamo: riforma delle pensioni, privatizzazioni, decadimento dei servizi pubblici e dall'altra parte difesa dei privilegi di classi abbienti in una divaricazione della forbice sociale sempre meno sopportabile. Ed è in questo humus che le destre nel mondo si tuffano con le loro ricette populiste, razziste, autoritarie e securitarie.

Adesso il bivio è tracciato. Se Macron e il Front populaire capiranno fino in fondo che il pericolo rappresentato da Le Pen non è affatto scongiurato, ma solo potenzialmente rimandato, dovranno agire in fretta e di conseguenza. La posta in gioco è cercare di dare risposte concrete agli ultimi o rischiare di vedere Le Pen all'Eliseo nel 2027, con tutto quel che ne consegue.

E non credo che in quest'ottica possa fare bene un Melenchon che grida dal palco che il primo atto del nuovo governo sarà portare le pensioni a 60 anni, dimenticando che il massiccio debito pubblico al momento non lo permette assolutamente. Di populisti di destra ne abbiamo a iosa e di populisti di sinistra non se ne sente davvero il bisogno, né del loro estremismo dissennato, né del loro massimalismo fuori contesto.

Vedremo quel che accadrà a questa alleanza che l'impomatato Bardella ha chiamato “l'alleanza del disonore”. Hai ragione, Bardella, voi nipotini di Vichy di disonore ve ne intendete alla grande. Per una volta hai parlato di un argomento che conosci benissimo.

* Coordinatrice Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio


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