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06 luglio 2024
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Inchiesta di Fanpage: non potevano non sapere
di David Cappellini

I giornalisti di destra continuano a minimizzare l'inchiesta di Fanpage e a parlare di pochi ragazzetti stupidi che inneggiano al fascismo, mentre criticano con veemenza il metodo con cui è stata realizzata.

Per l' appunto l' inchiesta è uscita mentre casualmente stavo leggendo il libro di Giannulli e Rosati, La Storia di Ordine Nuovo. Le analogie esistenti tra il comportamento che ebbe il MSI dopo la segreteria Michelini e con l' avvento di Almirante, nei confronti delle organizzazioni di estrema destra e quello che ha FdI verso gli eccessi mostrati dai militanti di Gioventù Nazionale, sono a dir poco inquietanti.

Non è tanto l'analoga minimizzazione, che se non ci fosse la sollecitazione da parte di alcuni media si trasformerebbe in indifferenza, quanto l'ambiguità con cui sia la Meloni, sia i suoi dirigenti, si trovano costretti ad esprimere condanne formali, senza in realtà affondare il colpo.

C'è un enorme blocco politico culturale che li frena. E questo ha motivazioni storiche. Mentre infatti, la sinistra ha sempre avuto rapporti chiaramente conflittuali con le frange estreme dell'extra-parlamentarismo, già dai tempi del PCI e della nascita dei movimenti antagonisti, a destra non è successo lo stesso.

C'è sempre stato, tra il partito istituzionalizzato del neofascismo, il Movimento Sociale e le varie organizzazioni di estrema destra come Ordine Nuovo, prima Centro Studi, poi Movimento Politico, dopo una scissione soft più tattica che effettiva, una contiguità pressoché costante.

Rauti uscì e rientrò nel MSI, favorito dall'equilibrismo di Almirante, attuato con minor efficacia anche verso il Fronte Nazionale di Borghese, per l'opportunità, come disse nell'infuocato estate-autunno del 1969, "di aprire l'ombrello" e salvare tutta ON dalle pressioni esercitate dalle sinistre e dal governo contro i movimenti neofascisti, in una fase acuta di scontri sociali.

"Aprire l'ombrello" voleva dire rifugiare un'organizzazione più neonazista che altro, dedita al commercio illegale di armi, in contatto con i regimi dittatoriali del tempo europei e africani, fautrice della necessità di un colpo di stato e poi di azioni cruente e indiscriminate contro i civili per suscitare una reazione antidemocratica, all'interno di un soggetto politico istituzionale partecipante alla vita democratica.

ON, tra l' altro, era un' emanazione del famigerato Ufficio Affari Speciali diretti da D'Amato ed aveva profondi legami con il Sid e con la CIA.

Vogliamo credere che Almirante non sapesse di Saccucci, Rauti, Massagrande o di Maceratini e Caradonna, tutti personaggi che fecero poi carriera parlamentare nel MSI e alcuni anche in AN? E vogliamo quindi anche credere che la terza trasformazione partitica del neofascismo in doppio petto, Fratelli d'Italia e il suo capo politico, Giorgia Meloni, non sapessero di quel sottobosco giovanile estremista raccolto e protetto in Gioventù Nazionale?

E dobbiamo davvero pensare che il "partito che non tollera antisemitismo, nostalgie e razzismo" (cit.) avrebbe fermato la scalata alla dirigenza nazionale intrapresa da quelle tre tizie sputtanate clamorosamente da Fanpage?

La storia della destra neofascista (perché di neofascismo si tratta) è perennemente in bilico tra legale ed illegale ed il primo è stato spesso "l"ombrello" sotto cui si sono riparati gli elementi di maggiore ambiguità, come i rapporti con gli spettri del passato, il cui cordone ombelicale che li collega con ogni nuovo virgulto, non potrà mai essere reciso.

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