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03 luglio 2024
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Aiuto! Resuscita il "maleminorismo"
di Stefano Masson

"Marco Revelli: “l’Union Sacrée ora è il male minore contro l’onda nera” (Titolo del Fatto a un'intervista a Revelli).

Può l'antifascismo trasformarsi in ideologia al servizio della post-democrazia autoritaria e della guerra NATO? Certo che può. Anzi, da noi lo è stato negli ultimi trent'anni.

Basta che diventi il più forte motivo ideologico per salvare i liberali in difficoltà, rinunciando a un'autonoma politica di classe. Tra l'altro, ricordo, il "maleminorismo" e la sua variante "menopeggiorista" non esistono, se non molto astrattamente. Nel concreto, storicamente (nella storia recente europea e soprattutto italiana), esiste un "malismo assoluto".

Cioè lo sbracamento del poco di sinistra di classe esistente di fronte alla "soluzione finale liberale" contro le precedenti conquiste dei lavoratori. La "soluzione finale liberale" è da decenni la preferita sul Continente. Perché, in media, più efficiente, presentabile, competente e con maggiori probabiità di successo.

La soluzione di Destra, quasi sempre più roboante sul piano narrativo e a volte più estrema e ambiziosa anche negli obiettivi dichiarati, si è rivelata più fragile, più passibile di fallimento. E ha perlopiù dovuto fare i conti con un personale politico complessivamente più inadeguato, sovente macchiettistico (e anche questo è un costo, sebbene molto sovradimensionato dai media).

Oggi, al centro del tentativo di recupero del blocco liberale, dopo lo scossone delle Europee e di tutte le immediatamente precedenti Politiche, c'è principalmente la guerra. Tutto il resto è secondario. E se una cosa preoccupa il Grande Capitale, dovrebbe preoccupare, per opposti motivi, pure noi. Una corretta gerarchizzazione degli obiettivi (e delle intese e interlocuzioni politiche) dipende da questa presa d'atto.

E dunque, sulla guerra, tema destinato a sovradeterminare a lungo tutte le altre questioni, la soluzione liberale è preferita all'Onda Nera, che comunque non dispiace in termini assoluti, ma presenta margini di incertezza.

La Destra atlantista rassicura, ma non tanto quanto la Sinistra liberale. E troppe formazioni di Destra in Europa sulla fedeltà atlantica e la guerra sono assai tiepide. In pratica, l'unico caso di una Destra al governo più atlantista e guerrafondaia di una Sinistra lib-lab già sfegatatamente atlantista e guerrafondaia, è quello finnico.

Se quindi la guerra (che significa riarmo, strategicità dell'industria bellica, leva obbligatoria, censura, propaganda massiva e pervasiva, nonché altre misure da stato d'eccezione) è il tema centrale. E se quindi le formazioni liberali sono quelle tendenzialmente prescelte. Si capisce agevolmente dove sia la fregatura nel baratto effettuato dal Nuovo Fronte Popolare francese (un pacchetto di diritti sociali in cambio dell'assenso alla guerra).

Si capisce ancor più facilmente quale fregatura rappresenti il format Nuovo Fronte Popolare declinato nel contesto italiano, dove quasi irresistibilmente prenderebbe le forme di una riedizione del centrosinistra, vale a dire di una riaffermata egemonia liberale sulle già sparute aree di dissenso.

In conclusione, non vi è alcun "maleminorismo". C'è un "malismo assoluto": la soluzione più efficiente, quella liberale, quella piddina, ottenendo resa o pratica subordinazione del poco che resiste, alla questione principale, la guerra.

Il tutto agitando istericamente lo spauracchio della marea nera e di un immaginario fascismo (i fascisti sono reali, il fascismo prossimo venturo, no!) e inducendo nelle masse automatismi ben noti (menopeggiorismo elettorale, votoutilismo retorico eccetera).

Già detto, ma giova ripeterlo: mi chiamo fuori da ogni sviluppo in tal direzione.

P.S. C'è una lunghissima serie storica che vede associato il nome di Revelli a quasi tutti i tragici errori della sinistra di classe italiana. Un dato statistico ulteriore.


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