Assange sarà libero: ha accettato un patteggiamento
di Gabriella Mira Marq

L'ha annunciato Stella Assange: "Julian è libero!!!! Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a TE- sì VOI, che vi siete mobilitati tutti per anni e anni affinché questo si avverasse. Grazie. Grazie. Grazie."

Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, sarà liberato e probabilmente tornerà in Australia, sua terra natale. Infatti ha accettato un patteggiamento con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti: si dichiarerà colpevole di un'accusa di cospirazione e sarà libero dopo aver già trascorso cinque anni in una prigione britannica.

Assange è stato accusato di cospirazione per ottenere e divulgare informazioni sulla difesa nazionale, dicono i documenti del tribunale resi noti dalle tv statunitensi.

I documenti giudiziari che rivelano il patteggiamento di Assange sono stati depositati lunedì sera presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per le Isole Marianne Settentrionali, un territorio degli Stati Uniti nell'Oceano Pacifico.

Una lettera del funzionario del Dipartimento di Giustizia Matthew McKenzie al giudice distrettuale degli Stati Uniti del distretto delle Isole Marianne Settentrionali afferma che Assange apparirà in tribunale per dichiararsi colpevole e che Assange si aspetta che il Dipartimento di Giustizia lo faccia tornare in Australia, suo paese di cittadinanza, dopo il procedimento.

Ci si aspetta che Assange comparisse in quel tribunale e sarebbe stato condannato a 62 mesi, con il credito per il tempo trascorso in una prigione britannica, il che significa che sarà poi libero di tornare in Australia, dove è nato.

"Si è trattato di una decisione indipendente presa dal Dipartimento di Giustizia e non c'è stato alcun coinvolgimento della Casa Bianca nella decisione del patteggiamento", ha detto lunedì sera la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Adrienne Watson in una dichiarazione.

Assange è stato detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, alla periferia di Londra, per cinque anni, e in precedenza aveva trascorso sette anni in autoesilio presso l'ambasciata ecuadoriana a Londra fino a quando il suo asilo non fu ritirato e fu portato con la forza dall'ambasciata e arrestato nell'aprile 2019.