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10 giugno 2024
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Nemico numero uno del fascismo
di Armando Reggio

Una breve e doverosissima pausa dei commenti post-voto per il primo fiero nemico dei fascisti e padre della nostra Repubblica democratica. Merita la nostra gratitudine per la sua dirittura morale, per la sua solitudine.

Venne ucciso dagli squadristi di Benito Mussolini il 10 giugno 1924, in un'imboscata mentre da casa andava a Montecitorio. Reagì con energia ai rapitori, fatalmente: venne pugnalato a morte poco dopo. Ma solo il 16 agosto il suo corpo venne ritrovato a Riano, un comune lungo la via Flaminia vicino a Roma.

Gli aasassini avevano sepolto lì il corpo di Giacomo Matteotti, sperando che non venisse ritrovato, almeno in tempi brevi. Infatti, la sua salma ormai decomposta fu scoperta casualmente, giusto il 16 agosto di 98 anni fa.

Fu il fiuto di un cane a sentirne la presenza in un bosco a Riano. Era il cane di un brigadiere dei carabinieri, Ovidio Caratelli.

La tomba del fiero socialista è proprio lì, a Riano. Lo cingono tre bandiere, per onorarlo: una italiana, una della Pace, una della CGIL.

Appena undici giorni prima dell'attentato mortale, il 30 maggio, Matteotti aveva pronunciato alla Camera dei Deputati il suo ultimo discorso di vibrante e coraggiosa denuncia: «[...] Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. [...] L'elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. [...] Per vostra stessa conferma (dei parlamentari fascisti) dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà... [...] Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse».

Subito dopo si rivolse ai suoi compagni, dicendo: «Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.»

E tragicamente previde bene!

Giacomo Matteotti, socialista, fu così il primo degli innumerevoli martiri per la democrazia


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