Parallelo Kyiv-Normandia è controproducente
di Paolo Mossetti

Perché temo che il parallelo Kyiv-Normandia sia parecchio controproducente?

Per due motivi: il primo è che la maggior parte delle persone non segue più gli intermediari tradizionali e si è fatta autonomamente l'idea che la reductio ad hitlerum non regge, la storia è più complicata di così e che trovare una nuova piattaforma di convivenza continentale non è del tutto impossibile.

Il secondo motivo è che, quando alle parole massimaliste non seguono azioni massimaliste, la gente si disinteressa all'emergenza e non la segue più.

Se in ballo a Kyiv c'è davvero una battaglia esistenziale per tutta l'Europa, perché Repubblica non propone di inviare le truppe italiane in Ucraina?

Perché usa ancora il nome in russo per indicare la capitale ucraina? (titola: "Kiev, la nostra Normandia", ndr).

Dove sono le proposte per una economia di guerra centralizzata, per un nuovo keynesismo?

Se la libertà di tutta Europa è in gioco in queste ore, perché Repubblica dedica un paginone di intervista alla compagna di Renzo Rosso, 25 anni meno di lui, a capo della fondazione di famiglia, che lamenta di sentirsi dare della raccomandata?

Se alla retorica non segue la concretezza, e un cambio di paradigma vero, meglio dire le cose come stanno: nella tragedia ucraina ci sono interessi reali ma relativamente limitati in gioco.

Che meritano azioni reali, ma tragicamente limitate.