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15 maggio 2024
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Catalogna: vincono i socialisti
di Armando Reggio

Vincono i socialisti con il 28% circa, affermandosi quale primo partito, dopo pressappoco 13 anni di governo guidato dagli indipendentisti, che oggi conseguono meno del 22%.

Ben può esultare il Primo Ministro, il socialista Pedro Sánchez: "Risultato storico, si apre una nuova fase", nella regione autonoma. Indiscutibile!

Ma gli astenuti sono stati oltre il 40%, percentuale non esaltante, come ormai puntualmente da noi, del resto. E sin da oggi si profila il rebus delle possibili alleanze per la formazione del Governo.

Dunque, con la necessaria riserva di eventuali aggiustamenti nel corso dello spoglio degli ultimi seggi, il quadro parlamentare è il seguente: il 27,95% dei voti e 42 seggi - 9 in più di quanti ne conseguì nel 2021 - al PSC (Partito socialista catalano), guidato da Salvador Illa. Illa, peraltro, è stato ministro della Sanità durante la pandemia da Covid.

Il 10,97% e 15 seggi al Partito Popolare, che, pur se di centro-sinistra, è tuttavia all'opposizione al Parlamento nazionale. Senz'altro un buon risultato rispetto al passato, tanto che il segretario nazionale, Alberto Núñez Feijóo, non ha esitato a gioirne: “Un risultato straordinario”. Certo è che si attesta quale appena la quarta forza politica in Catalogna.

Grande soddisfazione - va detto - poiché supera l'estrema destra di 'Vox'. 'Vox', alle cui iniziative la Meloni mai mancava, senza peli sulla lingua, arcigna e reazionaria: ricorderemo con raccapriccio il suo streghesco "Sono una donna, sono una mamma, sono cristiana".

Il risvolto politico più emblematico - va ribadito - è la bocciatura della maggioranza indipendentista dopo ben 13 anni. Non va sottaciuto, tuttavia, che 'Junts', il partito del leader storico in esilio Carles Puigdemont, rimane il secondo partito, crescendo in voti e seggi: il 21,62% dei voti e 35 seggi, 3 in più del 2021.

Di contro, Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), il partito del governatore uscente Pere Aragones, registra un brusco calo con il 13,68% dei voti e 20 deputati, ben 13 in meno delle scorse elezioni. Anche la Sinistra indipendentista della CUP subisce una considerevole sconfitta: consegue 4 seggi, perdendone ben 5. E Comuns Sumar ne raccoglie solo 6, 2. In meno.

Circa l'estrema destra indipendentista di Aliança Catalana entra in Parlamento con 2 seggi. Senz'altro, il socialista Salvador Illa ha le maggiori probabilità di essere nominato governatore. Infatti ha già rivendicato: "Nessun catalano rimarrà fuori dalla nuova tappa".

È da considerarsi che l'entusiasmo è legittimo tanto quanto la necessità oggettiva che riceva la fiducia di 68 deputati. Dovrá, dunque, proporre la coalizione a Comuns Sumar ed Erc, almeno. Il primo potrebbe pure accettare, non avendo forza politica tale da porre condizioni. L'altro valuterà forse di rimanere, sia pure ridimensionato, al potere o astenersi di modo che il socialista Illa formi un fragile governo di minoranza. Tanti i possibili ricatti!

Quali che saranno le scelte, è certo che una coalizione di indipendentisti non dispone dei numeri sufficienti per formare un governo. Dunque, se nessuno dei partiti vorrà 'compromettersi', rimarrà la sola prospettiva delle elezioni anticipate.

In definitiva, molte chances, nessuna certezza.


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