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E' il sistema che fa schifo, non solo la guerra
di
Antonio Matteini
Le assenze pesanti.
Stavo per scrivere che per la prima volta sulle schede elettorali delle europee non troveremo falci e martelli; non sarebbe esatto perché già nel 2014 questo è avvenuto, quando - per la prima volta - Rifondazione partecipò all'Altra Europa con Tzipras non presentandosi quindi col proprio simbolo (lì ringrazio l'anagrafe che mi fece nascere con quel giusto ritardo per non far la bischerata di mettere la X su quel simbolo).
Ora al dilà delle falci e martelli e delle stelle rosse, che si, sono simboli che fa sempre piacere vedere, ma che insomma, simboli sono e tali restano; l'assenza pesantissima è quella di un'offerta politica radicalmente anticapitalista.
La stessa compagine messa insieme da Santoro, è qualcosa che, pur avendo costretto - e questo gli va riconosciuto - i Partiti a parlare di Pace, in un tempo in cui i venti di guerra spirano fortissimi per l'Europa come non accadeva da decenni; ha evidentemente il grave problema di non avere un progetto a lungo termine. Nasce per le europee, dopo le europee ognun per sé e Dio per tutti.
Non c'è una forza politica che dica che è il Sistema a far schifo e non solo la sua conseguenza più naturale: la guerra.
Non sarebbe stato un partitino da qualche manciata di voti a cambiare la prospettiva, ma avrebbe rappresentato - almeno per la mia sensibilità - un minimo punto a cui appendere un qualche barlume di speranza.
Non ne vedo, vedo una politica che si dimostra sempre più incapace di incunearsi quotidianamente nelle vite dei Popoli, che non riesce in alcun modo ad empatizzare con chi vive fuori dai palazzi.
Non c'è una forza che dal basso riesce a mobilitare le masse di schifati dalla politica, quelle masse di giovani precari, di disoccupati, di occupati con stipendi da fame, di ghettizzati, di marginalizzati, di schiavizzati.
E sono milioni in Italia. Dov'è la gente incazzata, la gente che nel continuare a vivere in una realtà così ha solo da perderci?
Nelle urne non c'è, se c'è si appiglia alle parole di un Vannacci qualunque giusto perché riesce ad esprimere odio... ecco, quello è il legame che gente così riesce a creare con le masse: gli dice "odiate? Odio anche io, siamo simili, sono uno di voi; votatemi!".
C'è da odiare, sì, su quello Vannacci e quelli come lui, hanno ragione; il problema è che quell'odio, quella voglia di distruggere, non va rivolta lì dove dicono loro, ma verso chi ci ha trascinato in questa situazione schifosa, triste, priva di prospettive e talmente deprimente in cui appunto - dal grigiume generale - non emerge nulla neanche in una mera occasione elettorale tra l'altro organizzata per eleggere dei rappresentanti di un parlamento che - in quanto non può neppure essere sciolto - è finto e inutile per i Popoli che sarebbe chiamato a rappresentare.
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