Rafah: Israele, "attacco imminente" e chiede ai palestinesi di evacuare
di Mauro W. Giannini

Questa mattina l’esercito israeliano ha emesso ordini urgenti di evacuazione per i residenti palestinesi e gli sfollati in diverse aree della parte orientale di Rafah, esortandoli a trasferirsi immediatamente nella città di al-Mawasi.

"L'espansione della zona umanitaria ad Al-Mawasi comprende ospedali da campo, tende, grandi quantità di cibo, acqua, medicine e altri rifornimenti", ha scritto su X il portavoce dell'esercito Avichay Adraee.

"L'esercito consente inoltre la collaborazione con alcune organizzazioni internazionali e altri paesi per ampliare la portata degli aiuti umanitari consegnati alla Striscia di Gaza", ha affermato, aggiungendo che "questo processo procederà gradualmente sulla base delle valutazioni continue della situazione". "In questo contesto verranno distribuiti volantini, inviati messaggi di testo e telefonate e le informazioni verranno trasmesse attraverso i media arabi", ha detto Adraee. L’esercito ha anche pubblicato mappe sui propri account di social media che illustrano i percorsi di evacuazione.

Secondo la Radio dell'Esercito, la decisione di evacuare i residenti dalla parte orientale di Rafah è stata presa domenica sera durante una sessione di gabinetto. Si ritiene che circa 100.000 civili siano presenti nell'area che verrà evacuata.

Si dice che il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant abbia informato il suo omologo americano Lloyd Austin della decisione di iniziare l'evacuazione dei residenti dalla città meridionale, che ospita 1,4 milioni di sfollati palestinesi che si sono rifugiati dalla guerra iniziata dopo l'incursione di Hamas.

Gallant ha detto domenica che un attacco di terra pianificato a Rafah nel sud della Striscia di Gaza è “imminente”. "Stiamo osservando segnali preoccupanti che Hamas non intende raggiungere un accordo con noi", ha detto Gallant alle truppe dell'esercito nel corridoio Netzarim nel centro di Gaza. "Ciò significa che l'operazione a Rafah è imminente."

Nonostante la crescente opposizione internazionale, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso di invadere Rafah, che ospita più di 1,4 milioni di palestinesi sfollati, per sconfiggere quelli che definisce i “rimanenti battaglioni di Hamas”. Rafah è l'ultima area rimasta nella Striscia di Gaza dove Israele non ha ancora annunciato formalmente l'ingresso delle sue truppe per continuare l'assalto contro i palestinesi.

Domenica scorsa, Netanyahu ha respinto le richieste di porre fine all’offensiva su Gaza in cambio di un accordo di scambio di ostaggi con Hamas, sostenendo che porre fine alla guerra ora manterrebbe il gruppo palestinese al potere. “Abbiamo obiettivi chiari per questa guerra: ci impegniamo per l’eliminazione di Hamas e il rilascio degli ostaggi. Abbiamo concesso [ai negoziati] un certo periodo di tempo… con un ritardo specifico nell’azione operativa”, ha affermato Gallant.

Domenica il capo di Hamas Ismail Haniyeh ha accusato Netanyahu di indebolire gli sforzi per raggiungere un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. "Hamas è ancora desideroso di raggiungere un accordo che ponga fine all'aggressione, garantisca il ritiro delle truppe israeliane e raggiunga un serio accordo sullo scambio di prigionieri", ha detto Haniyeh in una nota.

Hamas, che si ritiene detenga più di 130 ostaggi israeliani, sabato ha tenuto colloqui in Egitto per un cessate il fuoco a Gaza e uno scambio di ostaggi con Israele. Il canale statale egiziano Al-Qahera News, citando una fonte egiziana di alto livello, ha riferito domenica di “progressi positivi” nei colloqui per un cessate il fuoco a Gaza.

Hamas chiede la fine dell’offensiva israeliana su Gaza in cambio di un accordo sugli ostaggi con Tel Aviv.

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