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02 maggio 2024
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Geopolitica: il sonno della ragione genera mostri
di Gabriele Germani

Il sonno della ragione genera mostri.

Netanyahu ha dichiarato l'opposizione da parte israeliana a un qualsiasi accordo che preveda la fine del conflitto. Mentre gli USA cercano in ogni modo di salvare capra e cavoli e quindi il predominio imperiale sulla regione e un minimo di immagine, Tel Aviv fa fuoco e fiamme.

L'ingresso a Rafah per annientare Hamas che Israele vuole, č un ulteriore tassello del genocidio in atto non da settimane o mesi, ma da decenni in Palestina. Non mi stanco di ripetere che non a caso, sono stati tutti i paesi del Sud globale, in particolare quelli che sono state vittime dell'apartheid a mobilitarsi per Gaza. Quelle che riceviamo quotidianamente sono immagini raccapriccianti, da togliere il sonno. Immagini di bambini che perdono sangue e si disperano, altri che cercano i genitori in mezzo alla macerie chiamandoli per nome. Un ingresso a Rafah sarebbe un'estensione ulteriore di queste crudeltā.

A gennaio, la Corte internazionale di Giustizia de l'Aia aveva invitato Israele ad agire per evitare un genocidio, respingendo il tentativo israeliano di annacquare il caso. A fine marzo, la Corte ha sempre detto ad Israele che si doveva garantire la possibilitā per gli aiuti umanitari di raggiungere Gaza.

Intanto continua la macchina della propaganda: i due sposini vestiti da soldati israeliani che si baciano nel deserto, si sono sposati in guerra, l'uccisione dell'altro suggella l'amore: foto con pistole e mitra, mentre ballano e festeggiano in quella terra occupata e con a poche decine di chilometri l'inferno.

Foto di genitori che dicono di aver dovuto lasciare da soli i loro figli per andare a combattere Hamas... Viene da rispondere: chi risarcirā quel bambino palestinese che chiamava mamma sulle macerie? I bambini esanimi che aspettano una trasfusione? Il bambino che corre verso lo zio che riprende la casa bombardata e dice "zio, zio, non trovo papā, non trovo i miei fratelli" e l'immagine si chiude con il telefono che gira sul volto disperato di un ragazzino di sette o otto anni?

Il governo di Israele, come un cane idrofobo, sta attaccando il Libano, la Siria, l'Iran, vuole ad ogni costo che la guerra dilaghi.

Mentre accade questo, gli studenti di mezzo Occidente, forse anche loro scioccati da questa brutalitā cominciano a protestare e vediamo la scura repressiva su di loro. Siamo al paradosso, che l'UE condanna le violenze contro i manifestanti in Georgia, ma non dice una parola contro quelli picchiati a Pisa, Parigi, Berlino o arrestati nelle universitā USA.

Il sistema egemonico imperialista in crisi chiude i cordoni e scatta la tagliola reazionaria, lo abbiamo giā visto in passato. Questo teatro dell'assurdo riceve ogni giorno un nuovo tassello e Gaza, ahimč, č solo uno dei nodi terrificanti del nostro presente.

Haiti - di cui abbiamo parlato spesso - sprofonda nel caos con la complicitā delle potenze egemoniche. La soluzione presentata dal governo USA č garantire che non arriverā un'onda umana di profughi, dove andranno gli haitiani in fuga? A Guantanamo, pare.

In questa assurditā generale, continuare a parlare, studiare, approfondire, fare rete č necessario, per non normalizzare l'orrore.

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