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01 maggio 2024
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USA: Palestina evocata sul palco al festival di Coachella
di Rossella Ahmad

Neanche nei loro sogni più neri i padri del sionismo avrebbero potuto immaginare che, cent'anni dopo la nascita del progetto coloniale di insediamento nel triangolo di terra compreso tra il Mediterraneo ed il fiume Giordano, il nome Palestina sarebbe risuonato come canto di libertà in centinaia di università americane e nelle piazze e nelle strade di tutto il mondo.

Persino al festival di Coachella in California, il più importante evento musicale dell'anno, la Palestina è stata evocata ed invocata da uno degli ospiti più attesi, il rapper Saint Levant.

Palestinese di Gerusalemme, cresciuto a Gaza e poi ad Amman, ha utilizzato l'importante palcoscenico per ricordare il martirio della striscia in cui da bambino ha vissuto gli anni più belli della sua vita.

Non cercatelo sul canale YouTube del festival. Il video del rapper è stato opportunamente scremato di ogni riferimento alla Palestina ed a Gaza prima di essere consegnato all'etere.

E quindi questa cosa inedita della Palestina e dei palestinesi che irrompono sulla scena statunitense mette in allarme non poco il sionismo militante.

Che aveva cercato inutilmente di mettere una pezza all'immigrazione negli Stati Uniti di cittadini provenienti dall'area palestino/libanese, riuscendoci peraltro in parte a ridosso dei celebri ed utilissimi attentati dell'11 settembre, ma mancando l'obiettivo di ridurre ai minimi termini la presenza mediorientale negli Usa. Un paese in cui, come sappiamo, le attività delle lobby sostituiscono la politica attiva ed in cui i gruppi di potere e la loro capacità di condizionamento sono determinanti nelle scelte economiche, sociali e soprattutto politiche dei governi.

E invece non soltanto (dopo il fisiologico contenimento successivo al 2001) l'immigrazione è continuata, ma si è trattata di immigrazione di qualità: studenti, letterati, professori universitari, giornalisti, intellettuali arabi sono presenti in gran numero nella società e nella cultura statunitense.

Non tanti da poter essere lobby, ma certamente in numero sufficiente per poter essere testimoni, esempi viventi e narratori della loro versione della storia.

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