Russia-Ucraina: francobolli, ride bene chi ride ultimo
di Stefano Masson

La megacartolina con il ponte di Crimea in fiamme, approntata dal municipio di Kiev e davanti alla quale comitive di Ucraini sorridenti si facevano selfie, rappresentò un momento particolarmente tragicomico della propaganda del regime.

Colpiva l'odio disumanizzante nei confronti dei Russi, instillato nella gente comune nel corso degli anni (le vittime dell'attentato erano tutte civili, "l'attentatore" era un povero camionista -mi pare nemmeno di nazionalità russa- del tutto all'oscuro del carico letale trasportato), ma soprattutto colpiva l'assoluta inconsapevolezza tra i cittadini festanti delle conseguenze escalatorie di queste continue e progressive trasgressioni di "linee rosse" (concordate e organizzate con USA e soprattutto GB, of course).

Ad ogni modo, l'Ucraina non lesinò frizzi e lazzi, l'Occidente rilanciò (con l'ossessivamente ripetuta -refrain preoccupantemente da indagine psicoanalitica- "umiliazione di Putin").

I Russi, com'è tipico dei Russi, non dimenticarono. Così, ad ogni grave colpo inferto alla rete di infrastrutture ucraine, il web russo si diverte a pubblicare fotomontaggi dei famigerati selfie con megacartolina.

Inutile sottolineare che "l'emissione filatelica" russa sopravanza di dieci volte l'originaria ucraina. Ride bene, chi ride ultimo, recitava l'adagio.

P.S. Nel fotomontaggio, la torre della TV di Kharkov (utilizzata anche per comunicazioni militari) spezzata con precisione qualche giorno fa.